L’Europa e l’Italia avranno un 2017 difficile sul fronte della sicurezza. Le minacce arrivano da più parti. Non è solo il terrorismo islamico a destare preoccupazioni. Immigrazione, cambiamento climatico, crisi economica, cybersecurity e anarchici, sono i temi elencati nella Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza del 2016 presentata il 27 febbraio dal direttore generale del Dis, Alessandro Pansa, e dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Immigrazione
Le migrazioni sono una realtà sempre più strutturata nel mondo e si guarda al fenomeno come a uno di lunga durata e di portata storica, viste anche le motivazioni per le quali le persone decidono di migrare lontano dalla loro terra. Non solo guerre, carestie, povertà e instabilità politica ma anche il cambiamento climatico che, secondo gli 007, rappresenta un vero pericolo per la pace e per il benessere economico e sociale del mondo. Grazie a questa nuova presa di coscienza da parte degli Stati è stato siglato nel 2015 a Parigi un accordo per un piano d’azione universale volto a ridurre il riscaldamento globale. Per quanto riguarda l’Italia, a causa della sua posizione geografica, riveste un ruolo fondamentale nelle politiche di accoglienza e solidarietà rischiando però sicurezza e stabilità. Nell’immigrazione il nostro Paese ha il duplice ruolo di proteggersi dal terrorismo, dai massicci flussi migratori irregolari ma anche di perseverare nelle tradizionali linee di politica estera che lo contraddistingue, basato su una convinta adesione al progetto dell’Unione Europea e sulla funzione di unione geografica e sociale tra nord e sud del Mediterraneo. Non meno importante è il problema dei documenti falsi, dopo tutto dove c’è tanta migrazione c’è anche più difficoltà di controllo. Ed è proprio a causa di questo esubero che molti, ritenuti potenzialmente pericolosi, sono riusciti a entrare in Europa.
Terrorismo
Quello del terrorismo è un problema che è diventato una realtà importante nelle politiche della sicurezza di tutti i Paesi, in primis per quelli Europei e per l’Italia. Prima Al Qaeda e poi l’Isis sono stati e sono tutt’ora un cancro della società. Quello che ha destato maggiori preoccupazioni, stando anche a ciò che si evince dalla relazione, è la facilità non solo nell’agire ma la complessa metamorfosi che il terrorismo ha avuto nel corso del tempo. L’anno scorso è stato caratterizzato da numerosi attacchi terroristici da parte dell’Isis in risposta alla controffensiva militare che è stata fatta per ridimensionare il potere sul territorio siro-iracheno.
Di conseguenza sembra proprio che Daesh non abbia dovuto ridimensionare solo i suoi territori, ma anche le sue strategie comunicative.
Tuttavia non esistono solo gli attacchi terroristici di Parigi, Berlino e Dacca, esistono l’indottrinamento fatto via web o quello nelle carceri e i cosiddetti “lupi solitari”, che sono minaccia mondiale a causa della loro totale imprevedibilità. “In merito al rischio di attentati in territorio italiano, viene confermato come i principali profili di criticità continuino a provenire dalla possibile attivazione di lone wolves e self-starters, ovvero da elementi auto-radicalizzati, ha dichiarato il prefetto e direttore Generale del Dis, Alessandro Pansa.
Ma se da una parte sembra parzialmente conosciuto un problema, dall’altra ci si affaccia ad altre realtà che con fare coatto si stanno concretizzando. La situazione balcanica, ad esempio, è tenuta sott’occhio dall‘intelligence, in quanto considerata sponda logistica nella direttrice di mujahidin tra l’Europa e Medio Oriente. Nel 2016 i Balcani sono stati una vero e propria hub per il reclutamento dei cosiddetti foreign fighters. Approfittando della situazione in cui questi Paesi versano da molti anni, il Califfato ha trovato terreno fertile per trovare migliaia di combattenti pronti a indottrinare nel luogo giovani per poi partire alla volta della Siria e dell’Iraq.
Detto questo, la minaccia più difficile da arginare sembra essere però quella degli estremisti homegrown, ossia quelli che sono nati e vivono da sempre nel Paese europeo, immigrati di seconda e terza generazione, perfettamente mimetizzati, coloro che eseguono la radicalizzazione rapida e silente. Con questi presupposti l’attenzione per il 2017 è alta anche e soprattutto in Italia, che continua a essere sotto minaccia per il ruolo che riveste nella lotta al terrorismo e per la questione libica. D’altronde non è più un mistero che il Califfato voglia conquistare Roma. L’imprevedibilità dell’Isis, sia nei suoi attacchi che nella sua diversificazione, è il punto cardine e la storia del terrorismo degli ultimi anni ne sono la prova. Anche per questo gli 007 stanno studiando una nuova frontiera della violenza jihadista, seppur ancora molto fragile, ma reale, l’armamento chimico-batteriologico-radiologico-nucleare.
Economia
Nel 2016 l’economia mondiale è stata caratterizzata da forti incertezze. La ripresa economica è vittima delle ripercussioni di tensioni geografiche e politiche, da una bassa inflazione, da una fragilità del sistema bancario e da una pesante eredità della crisi del 2008. Ma a destare preoccupazione a livello internazionale è la Brexit, a causa delle sue conseguenze imprevedibili non solo nell’Unione Europea ma anche in Italia. Dopo il risultato referendario in Gran Bretagna del 23 giugno scorso, l’Italia ha cominciato a riflettere su quali debbano essere le linee di azione, al fine di migliorare e garantire al meglio lo sviluppo economico-finanziario all’interno dell’Ue. Parlando di impatto economico, commerciale e finanziario che potrebbe avere la Brexit per l’Italia nel breve periodo si pensa ai consumi e agli investimenti con la Gran Bretagna.
Tuttavia, in una panoramica generale, nonostante il debole incremento economico che viene sostenuto da una ripresa della domanda interna al Paese e da un lieve calo della disoccupazione, il 2017 sembrerebbe avere dei risvolti positivi. Basta pensare ai consumi delle famiglie che nello scorso anno sono aumentati del +1,2% e al rafforzamento degli investimenti(+2%) dovuto a misure fiscali più agevolate ed efficienti. Proprio nel 2016 c’è stata la conferma dell’interesse per le aziende nostrane da parte di quelle internazionali, concretizzandosi in acquisizioni e partnership. Gli investitori esteri hanno investito maggiormente in società di settore come quello per la difesa, delle infrastrutture, delle comunicazioni e dell’energia.
Anarchici
Non solo terrorismo internazionale, nel 2016 l’Italia si è nuovamente trovata di fronte l’eversione di matrice anarco-insurrezionalista, con il ritorno della Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI). Dopo aver compiuto diversi attentati, da quello del 12 gennaio al Tribunale di Civitavecchia a quello di Parma del 7 giugno a Milano del 9 giugno, la Polizia di Stato ha iniziato l’operazione Scripta Manent, che ha arrestato diversi anarchici con l’accusa di terrorismo, molti di questi reticenti. Il timore verso questo fenomeno è reale e ad alto rischio di espansione. L’attenzione, su scala internazionale, è rivolta, in particolare, ad un movimento anarchico ellenico chiamato Cospirazione delle Cellule di fuoco, che ha annunciato il Progetto Nemesis. Secondo quanto scritto nel documento, si propone di attaccare tutti i simboli di potere creando una vera e propria lista di nominativi, per tenerli sotto controllo e attaccarli. Secondo le autorità italiane il rischio che questo fenomeno si espanda anche nel nostro Paese è molto alto. Ai movimenti anarco-insurrezionalisti si possono attribuire gli atti di sabotaggio contro le linee Tav, il che fa parte di un progetto ben più grande portato avanti contro le Grandi Opere, le nocività e la tecnologia. Con l’aumento della propaganda e dell’operatività dei movimenti, il 2017 sembra già segnato.