Le dichiarazioni antisemite del presidente palestinese, Abu Mazen, hanno riscosso un immediato successo negli ambienti del terrorismo islamista. Sui canali Telegram creati dai cyber-sostenitori della jihad di ispirazione qaedista, è comparso un inquietante filmato, sottotitolato in lingua inglese, riproducente uno spezzone del discorso pronunciato da Adolf Hitler nel lontano dicembre del 1933, alla fabbrica Siemens Dynamo di Berlino.
Nel filmato, della durata di circa un minuto, lo scomparso Fuhrer si scagliava contro i “giudei” colpevoli di “condurre i propri affari” in ogni dove e di lavorare per porre i popoli “l’uno contro l’altro”. In estrema sintesi, i medesimi concetti espressi due giorni fa, a Ramallah, dal leader palestinese che aveva ripercorso, con i dovuti accorgimenti dialettici, le tesi sostenute dal leader nazista all’inizio del secolo scorso.
E da subito la deplorevole iniziativa di Abu Mazen è stata raccolta dagli ambienti islamisti, in particolare dai vertici del gruppo terrorista già appartenuto al defunto Oussama bin Laden.
Appare chiara, in questo frangente, l’intenzione di al Qaeda e dei suoi seguaci, di cavalcare le polemiche scatenatesi all’indomani delle dichiarazioni del leader dell’Olp, protese a fomentare le masse degli arabi palestinesi già furibonde per i miseri risultati raggiunti dalle mobilitazioni in prossimità dei confini di Gaza e ancor più per la prevista inaugurazione della rappresentanza diplomatica americana a Gerusalemme.
Hamza bin Laden, succeduto al padre alla guida di al Qaeda, è sempre più proteso a continuare nelle nefaste attività di Oussama, avocando a sè la “causa palestinese” per ridare vigore al movimento jihadista e, soprattutto, per riguadagnare quel consenso che, negli ultimi anni, è andato scemando in favore di un appoggio totalitario ai programmi del Daesh. Ma la mossa di al Qaeda è indirizzata anche ad attingere al bacino dei propri simpatizzanti al fine di creare nuove leve da avviare sul sentiero della jihad. E la lotta contro Israele è indiscutibilmente l’argomento più idoneo per ricreare il necessario fervore. Nonostante le scuse del premier palestinese, già rispedite al mittente dal governo israeliano.