Da Kuwait city, dove era in corso la riunione dei ministri degli Esteri degli Stati membri della Coalizione internazionale antiterrorismo, Rex Tillerson, segretario di Stato degli Usa, ha lanciato l’ennesimo allarme in merito alla presenza di foreign fighters in Libia, Afghanistan, Filippine e Africa occidentale, con particolare riferimento al Sahel.
I miliziani di al-Baghdadi sarebbero sfuggiti all’accerchiamento dell’Isis in Siria ed Iraq seguendo rotte già tracciate, a ovest il Sinai e l’Egitto, ad est l’Iran, riuscendo così a sottrarsi all’accerchiamento degli eserciti impegnati nel rastrellamento delle residue forze dell’ormai ex califfato.
Ma l’allarme non è cessato con la riconquista dei territori in mano all’Isis.
Soprattutto nell’area del maghreb sarebbe in atto una sorta di riorganizzazione dei ranghi del Daesh
E di pochi giorni fa la notizia che in Tunisia, le forze dell’ordine hanno smantellato una cellula di 4 persone incaricata di reclutare giovani donne da inviare nelle “terre della jihad” come schiave sessuali in quella che viene definita la “jihad nikah“. L’organizzazione è risultata legata a gruppi terroristici del Califfato che a fronte dell’invio delle ragazze pagherebbero lauti compensi alla cellula.
Segnali dal web
E segnali inquietanti giungono anche dalla Rete, in special modo dai canali Telegram, dove i seguaci dell’Isis continuano a postare filmati relativi alla composizione artigianale di ordigni improvvisati, i famigerati Ied. Questa volta la lingua prescelta è lo spagnolo, con riferimento specifico alle cellule dormienti che operano nella zona occidentale del maghreb e, non escluso, nella penisola iberica.
In Gran Bretagna le preoccupazioni sono ancora una volta legate al ritorno dei foreign fighters anglofoni, in particolare l’alert riguarderebbe un folto gruppo di jihadisti addestrati all’utilizzo di droni ed esplosivi di ultima generazione che potrebbero organizzare “attacchi complessi” sul territorio britannico.
E se in italia l’attenzione massmediatica è rivolta alle prossime consultazioni elettorali, che non si esclude possano rientrare tra gli obiettivi primari del Daesh allo scopo di destabilizzare i già precari equilibri della sicurezza eurpoea, e di poche ore la notizia della condanna all’ergastolo in Svezia, del 46enne jihadista siriano Haisam Sakhanh. Noto alle cronache nostrane per essere stato un inquieto richiedente asilo nel nostro paese, Sakhan è stato un miliziano di Jabhat al Nusra che, tra l’altro, si è reso responsabile di esecuzioni raccapriccianti di militari siriani, regolarmente postate in rete.