Sventato in Argentina un attacco terroristico contro ebrei e cristiani. Una cellula terroristica islamista, infatti, che stava pianificando di commettere attacchi, è stata smantellata dalla Polizia federale argentina (PFA) a Mendoza ed in altre località del Paese. Al momento risultano arrestate otto persone per presunta attività terroristica, ma si attendono gli sviluppi di ulteriori raid condotti in contemporanea. Secondo quanto emerso dalle indagini, le persone catturate sono sospettate di finanziare e reclutare soggetti da radicalizzare. Nel corso delle perquisizioni, inoltre, sono stati sequestrati coltelli, 14 pistole, telefoni cellulari e computer che saranno oggetto di ulteriori analisi.
Argentina, attacco terroristico contro ebrei: le indagini dell’Antiterrorismo
Secondo fonti locali, la Divisione antiterrorismo argentina, avrebbe condotto una serie di raid volti a smantellare un’organizzazione coinvolta nel traffico illegale di stranieri dalla Bolivia all’Argentina, la maggioranza dei quali provenienti da Pakistan e Afghanistan, alcuni di essi appositamente preselezionati per il loro credo islamista. Il tutto era facilitato dall’adesione di Argentina, e successivamente dalla Bolivia, al Mercosur, al Mercato comune dell’America meridionale, istituito nel marzo 1991 con il trattato di Asunción inizialmente da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, mentre il Venezuela vi è entrato a fare parte nel 2006, ma attualmente sospeso a seguito della crisi politica ed economica che ha colpito il paese. In un secondo momento hanno aderito come partner economici anche Cile, Bolivia, Perù, Colombia ed Ecuador. L’obiettivo principale dell’organizzazione è di raggiungere una maggiore integrazione economica degli Stati membri, non solo attraverso la liberalizzazione degli scambi commerciali ma anche tramite leggi comuni in materia di ambiente, concorrenza, trasporti e turismo. Proprio questo strumento consente una facilitazione degli ingressi nei paesi membri di cittadini provenienti da altre nazioni membri del Mercosur attraverso visti provvisori o permanenti rilasciati dalle autorità locali, ma quasi sempre bypassati dalle organizzazioni dedite al traffico di clandestini.
Secondo l’Intelligence argentina, il gruppo islamista formatosi a Rivadavia, nella provincia di Mendoza, aveva pianificato di colpire alcuni obiettivi cristiani ed ebraici, tra i quali alcune istituzioni e chiese cattoliche nel dipartimento di Rivadavia, la sinagoga di Mendoza ed altre associazioni ebraiche della zona.
Le comunicazioni tra i membri avvenivano con l’utilizzo di social media attraverso i quali, oltre che indicazioni sugli obiettivi da prestabilire, vi era uno scambio di materiale propagandistico dello Stato Islamico e testi di ideologia salafita.
L’attivazione delle forze di polizia è stata successiva ad una segnalazione per minacce ricevute dalla DAIA, la confederazione delle diverse associazioni ebraiche nel paese che, per bocca di Marcos Cohen, già nel 2023 rappresentò agli organi delegati alla sicurezza che sia Hamas che Hezbollah, avrebbero potuto colpire obiettivi ebraici come rappresaglia per le operazioni condotte dall’IDF contro il sud del Libano e la Striscia di Gaza. Un rischio esteso anche ad altri paesi dell’America latina.
I precedenti contro la comunità ebraica
La comunità ebraica dell’Argentina, la più numerosa dell’America Latina, non è nuova a entrare nei target delle organizzazioni terroristiche islamiste.
Hezbollah venne ritenuto responsabile degli attentati all’Ambasciata israeliana del 1992 ed all’Asociación Mutual Israelita Argentina (AMIA) nel 1994.
L’attentato all’ambasciata israeliana di Buenos Aires nel 1992 provocò 29 morti e, successivamente, un secondo attacco venne condotto il 18 luglio 1994, quando un’autobomba esplose presso la sede dell’AMIA uccidendo 85 persone.
Nel primo pomeriggio del 17 marzo 1992, un furgone guidato da un attentatore suicida e carico di esplosivo si schiantò davanti all’ambasciata israeliana provocando una disastrosa l’esplosione che coinvolse, oltre alla sede diplomatica, una chiesa cattolica e una scuola. Tra le 29 vittime, quattro appartenenti alla comunità ebraica morirono, ma tra la maggior furono bambini e comuni cittadini di passaggio. La successiva rivendicazione venne emanata dalla Jihad islamica, di concerto con Hezbollah e con l’onnipresente regime di Teheran. La motivazione che spinse i terroristi ad agire fu l’eliminazione da parte di Israele del segretario generale di Hezbollah, Sayyed Abbas al-Mussawi, avvenuta nel 1992.
Circa due anni dopo, il 18 luglio 1994 un altro furgoncino carico di quintali di tritolo esplose nel parcheggio seminterrato dell’edificio dove era situata l’Associazione Mutualità Israelita Argentina (AMIA) e della Delegazione delle associazioni israelite argentine. L’edificio andò completamente distrutto e si contarono 85 vittime e oltre 300 feriti, in quello che nella storia dell’Argentina viene considerato il più grave attentato terroristico. Nell’ottobre 2006 i procuratori Alberto Nisman e Marcelo Martínez Burgos, accusarono formalmente il governo iraniano di aver organizzato e finanziato l’attentato compiuto “su delega” da Hezbollah.
Le tesi dell’accusa nel 2006 si fondarono sulle ripercussioni contro il paese, da parte di Teheran, per la decisione del governo di Buenos Aires di sospendere un contratto per il trasferimento di tecnologia nucleare.
Breve genesi del terrorismo nazislamico in Sudamerica
Storicamente è comprovato che dopo la fine del II Conflitto mondiale il sud America, Argentina e Cile in particolare, divennero la meta ambita dei principali esponenti del regime nazista che, oltremodo, tentarono di instaurare una sorta di “Quarto Reich”, facilitati dalla consistente presenza nei territori di cittadini tedeschi reduci dal conflitto, molti dei quali ideologicamente affiliati alla socialdemocrazia hitleriana. In seguito, con la parziale restaurazione dei governi argentino e cileno, in chiave democratica, l’appoggio ai nazisti venne a scemare lasciando però il posto al favoreggiamento verso i gruppi islamisti, memori dell’alleanza siglata dal Gran Mufti di Gerusalemme, Hai Amin el Husseini, nel 1941 con Hitler, Himmler e Von Ribbentrop con la chiara intenzione di estendere la campagna antisemita anche nel mondo arabo.
A tale scopo la comunità araba e quella tedesca di stampo nazista siglarono un patto di collaborazione idoneo all’addestramento dei terroristi islamisti da impiegare sia in Medio Oriente ed Europa che nello stesso sud America.
Stabilitosi successivamente a Berlino, Husseini divenne supervisore dei campi di concentramento nazisti e, in Jugoslavia, reclutò 20000 musulmani di origine palestinese in un battaglione di Waffen SS Handschar (scimitarra, NDR), che partecipò ai rastrellamenti di ebrei in Croazia ed Ungheria.
Nel corso degli anni, Bolivia, Argentina, Colombia e Venezuela assistettero ad un crescendo esponenziale di reti e collegamenti tra i gruppi terroristici islamisti mediorientali e i cartelli dei trafficanti di droga ed armi, con particolare protagonista il gruppo libanese Hezbollah, sostenuto dal regime iraniano. Lo stesso dicasi per le operazioni commerciali illecite condotte via mare con il trasporto di componenti per le tecnologie belliche e quella prettamente legate al progetto nucleare iraniano.