L’Italia è tremendamente spaventata dalle ulteriori scosse che stanno sconvolgendo il Centro del Paese. Alla tragedia del sisma, si aggiunge quella del freddo e della neve che non danno tregua alle persone colpite dal terremoto. La domanda che da sempre ci si pone in casi simili è se sia possibile o meno prevedere eventi di questo genere. La comunità scientifica, soprattutto esperti giapponesi, stanno studiando da anni alcuni eventi collegati ai terremoti, segnali che potrebbero portare gli scienziati a prevedere con qualche giorno di anticipo il verificarsi di sismi e tsunami. Ma è ancora presto. Fino a quando non ci sarà la matematica sicurezza di prevedere eventi di questo tipo, l’unica strada è la prevenzione. Ma, in Italia, salvo disperarci quando tragedie come queste si verificano, siamo davvero capaci di fare prevenzione per i danni causati da eventi naturali? Purtroppo, non possiamo che rispondere negativamente. Per meglio comprendere questa evidenza basta prendere come esempio Napoli, il Vesuvio e i Campi Flegrei. Un’area sulla quale, secondo i geologi, si è formato il maggiore super-vulcano dell’intero globo terrestre. Si, anche se stampa e tv se ne occupano davvero pochissimo (salvo fare spesso del falso sensazionalismo), nel ventre del nostro Paese esiste uno dei più grandi pericoli non solo per i cittadini italiani, ma probabilmente per vasta parte del pianeta.
Non tutti sanno, ad esempio, che una delle teorie più accreditate circa le cause della scomparsa improvvisa dell’uomo di Neanderthal è da ricercare proprio nei Campi Flegrei. L’uomo di Neanderthal si sarebbe estinto a causa della più grande eruzione mai avvenuta sulla Terra negli ultimi 200mila anni. Un’esplosione, avvenuta circa 40mila anni fa nei Campi Flegrei, che avrebbe liberato nell’atmosfera enormi quantità di cenere sull’Europa e in vaste zone dell’Asia, lì dove viveva proprio l’uomo di Neanderthal. Questo fenomeno avrebbe contribuito a non far arrivare i raggi del sole sulla Terra per diversi anni, abbassando drasticamente le temperature, mentre le piogge acide avrebbero inaridito i terreni. Insomma, non sarebbe un caso, se proprio 39mila anni fa sarebbero scomparsi gli uomini di Neanderthal, probabilmente soffocati dalla nube tossica e colti dal gelo provocato dalla scomparsa della luce del Sole. Va specificato che, a dispetto della concezione comune della teoria evolutiva, l’homo Sapiens e l’uomo di Neanderthal sono semplicemente due differenti specie di esseri umani: i due generi hanno anche convissuto sul nostro pianeta per molti anni e, tutti noi, abbiamo nel nostro genoma almeno il 2% di corredo genetico appartenente all’uomo di Neanderthal. Un’evidenza che fa anche presupporre che quindi le due specie avrebbero generato figli tra di loro. Ma, mentre l’uomo di Neanderthal prosperava in Europa e in parte dell’Asia, l’homo Sapiens viveva per gran parte nel continente africano. Anche per questo l’homo Sapiens è sopravvissuto, mentre l’altro genere è improvvisamente scomparso.
Insomma, nel cuore dell’Italia e del Mediterraneo c’è un pericolosissimo super-vulcano capace di spazzar via dal pianeta un’intera specie. Va da sé che, in caso di un’enorme eruzione simile a quella avvenuta circa 40mila anni fa, ci sarebbe ben poco da prevenire. Gli italiani e con loro gran parte degli europei non avrebbero possibilità di scampo. Eppure, anche in caso di eruzioni di gran lunga minori, le zone interessate dall’attività vulcanica persistono a vivere come se il pericolo non esistesse. L’area intorno al Vesuvio è tra le più densamente popolate d’Europa e i piani d’evacuazione programmati dalla Regione Campania sono quantomeno risibili e, sicuramente, difficilmente attuabili. E che dire dei Campi Flegrei dove sorgono vasti quartieri quasi da coprire l’intera zona abitativa della città partenopea? Stesso discorso a Pozzuoli, in provincia di Napoli, dove è presente la Solfatara e il bradisismo è un frequente fenomeno sismico che esiste solo in questa zona del globo.
Oggi l’Italia piange le vittime di questo ultimo sisma. Ma, ripetiamo, meritiamo davvero di disperarci se non siamo realmente capaci di valutare alternative nella prevenzione di questi eventi? L’uomo di Neanderthal certamente risponderebbe con un secco No.