Tutte le forze politiche inglesi sono in fermento per impedire una Brexit “no deal” sostenuta dal vincitore delle elezioni europee e dal suo partito Brexit Party: Nigel Farage. Ma il risultato ottenuto alle europee del partito Brexit ha confermato anche la confusione del partito laburista ( a causa dei comportamenti di Corbyn ).
Seggi a tempo a Strasburgo e rapidi accordi nel Parlamento di casa
Dopo la grande quantità di voti ottenuta nelle ultime elezioni europee dal partito Brexit, le forze politiche inglesi cercano di trovare la via più rapida per un accordo in Parlamento. Brexit Party di Farage ha ottenuto il 33%, seguito dai LibDem al 21%, dai Labour scesi drasticamente al 14%, dai Verdi saliti al 12% e infine dai Tory scesi al 9%, per un totale di settanta deputati al Parlamento di Strasburgo i quali potrebbero andarsene non appena confermata Brexit.
A conferma dei numerosi voti persi dal partito laburista, prima delle elezioni europee, Tom Watson, vice capo del partito, evidenziò come a causa della posizione non chiara di Corbyn sulla questione Brexit i voti laburisti fossero crollati. La confusione creatasi nel sostenere un possibile referendum, qualsiasi fosse stato l’accordo preso, ha confermato alle elezioni europee la “catastrofe elettorale”.
Diverse figure di spicco criticarono la posizione dei Labour per mancanza di chiarezza
L’onorevole Corbyn, infatti, tentò di appellarsi sia al partito dei Remain che a quello dei Leave e lasciando gli elettori a definire la politica di Brexit in una totale confusione. Crescenti, invece, le pressioni da parte di personalità di spicco del partito per sostenere un ulteriore referendum.
Liberaldemocratici e Verdi in ascesa verso un nuovo Referendum?
Il risultato di tale mancanza di chiarezza ha premiato alle elezioni europee i partiti pro-Ue: i Lib-dem e i Verdi. Infatti, seppur alle elezioni del Parlamento europeo il partito Brexit Party abbia ottenuto il maggior numero di voti, le parti che sostengono un nuovo referendum, tra cui i Liberaldemocratici e i Verdi, hanno raccolto numerosi consensi. Con l’arrivo dei risultati, il cancelliere ombra John McDonnell, uno dei più stretti alleati politici di Corbyn, ha dichiarato alla BBC che “un altro referendum potrebbe essere l’unico modo per rompere l’impasse in Parlamento”.
Gli stessi leader laburisti, Richard Leonard (scozzese) e Mark Drakeford (gallese), si sono espressi a favore di un altro referendum in seguito ai risultati elettorali dell’Ue. In sordina, però, è progredito anche lo Scottish National Party, il partito indipendentista scozzese, che potrebbe prendere circa il 40 % dei voti nella regione rafforzando così i suoi piani per un Referendum per la secessione dal Regno Unito, allo scopo di rimanere nella Ue nel caso Brexit si concretizzasse.
Il partito conservatore, invece, crolla drasticamente e dopo le dimissioni del premier May, il 7 giugno, non avrà molti parlamentari da mettere in lizza nel caso in cui si andasse verso elezioni generali.
di Sara Novello