Gli ostaggi tornano liberi: Israele piange e gioisce
É la storia del popolo ebraico. La storia di un popolo che gioisce al termine di enormi tribolazioni come quella del ritorno a casa dei rapiti da Hamas. É cosi da secoli. Nell’epopea bimillenaria degli ebrei ogni traguardo è stato sofferto, voluto, immaginato e presente in ogni preghiera. Oggi il sogno di rivedere liberi i 20 ostaggi ancora in mano alle belve islamiste si è avverato e si attendono i corpi di chi non ce l’ha fatta ed è stato assassinato o morto per stenti e vessazioni subite.
Il pensiero, però, in questa giornata non può non andare ai 1200 sterminati del 7 ottobre e a tutti quei rapiti che non sono sopravvissuti alla cattività e alle sevizie brutali della prigionia. Anche questa é una costante della storia del popolo di Israele.
In ogni grande gioia familiare o collettiva c’è sempre un momento per ricordare chi non c’è più, la preghiera del Kaddish che non è una orazione funebre ma è l’esaltazione del nome del Signore, la fede incrollabile nella sua presenza e la sua santificazione, anche nei momenti di dolore.
Nella giornata odierna le lacrime saranno di commozione e di sollievo per chi è tornato finalmente a riabbracciare i suoi affetti e alla vita, ma in fondo al cuore la mestizia per le tante vittime di un odio insensato e che è difficile vedere eliminato e sconfitto.
Israele per riavere indietro la sua gente è costretta, come ormai abitudine, a rilasciare terroristi che si sono macchiati dei crimini più efferati. Di questo le Nazioni Unite, gli organi di sicurezza del mondo intero, la politica mondiale deve tenerne conto perché quanto accaduto il 7 ottobre rappresenti un monito per l’eternità. La lezione di quella giornata tremenda lo sarà anche per Israele, che abbinerà il “MAI PIÚ” della Shoah a quello per la data tremenda.
Gli assassini, tra poco a piede libero, devono sapere che anche se in queste ore si sta parlando di pace ,per loro la pace non arriverà se vorranno ancora versare sangue ebraico.
La giornata di oggi, 13 ottobre 2025, rimane comunque un giorno di festa e la dimostrazione pratica nel nostro paese è quello striscione con i volti dei rapiti di Gaza apposto fuori dai muri della scuola ebraica di Roma da alcuni volontari, per ricordare che gli ebrei della Capitale hanno portato gli ostaggi nel cuore in ogni momento di questi lunghi 24 mesi di pena e angoscia per la loro sorte.
Oggi quegli stessi volontari dal cuore d’oro hanno rimosso quello striscione, ed era il momento che tutti aspettavamo con grande trepidazione.
Am Israele Chai!-Il Popolo di Israele vive!
