La Bandiera di Dio, Banner of God o impropriamente Rayat al tawheed, è questo il nome del gruppo di jihadisti londinesi, che intende riunire tutti i serial killer islamisti operanti nell’Occidente europeo per rispondere alla chiamata alle armi del califfo Al Baghdadi. Lo scopo è di mettere in atto l’ultima sanguinaria strategia del Califfato: il terrore indiscriminato nelle strade degli infedeli.
Quest’ultima folle iniziativa, già oggetto di precedente analisi, si propone di vendicare le ultime sconfitte sul terreno patite dall’Isis, considerando perse anche le roccaforti di Mosul e Raqqa, ricorrendo ad un super brand del terrore che dia libero sfogo alle personalità criminali di miliziani e non riuniti sotto l’egida della jihad. Se in apparenza il progetto degli ideologi del Califfato potrebbe sembrare solo l’ultima trovata pubblicitaria alla ricerca di un consenso che sembrerebbe essere scemato, esaminando il dettaglio della propaganda utilizzata per plasmare i neofiti della guerra santa si trovano numerosi riscontri con le personalità di alcuni defunti martiri dell’Isis.
Primo fra questi l’utilizzo, per il reclutamento e l’indottrinamento dei prescelti, di una sorta di memorandum su cui sono trascritte alcune Sure coraniche, ovviamente rivisitate, che indicano con dovizia di particolari i motivi, i luoghi, e le modalità con le quali colpire gli infedeli. Il volantino è stato trovato anche nella disponibilità di Ahmad Khan Rahami, l’afghano naturalizzato americano autore degli ultimi attentati avvenuti a New York il 17 settembre scorso, arrestato dopo una sparatoria a Linden, nel New Jersey.
Ma anche la creazione di una piattaforma di comunicazione criptata su Telegram, chiamata Ansar del Califfato in Italia (letteralmente ausiliari del Califfato), dovrebbe far riflettere sulle nuove modalità su cui è basata quella che potrebbe essere denominata l’offensiva invernale dell’Isis. Il canale Telegram, che si propone di fornire le ultime notizie dal Califfato, verrebbe utilizzato dagli adepti anche per raccogliere messaggi di adesione all’Isis con la consueta recitazione della Bay’at, l’adesione-giuramento di fedeltà al Califfato. Sebbene ricorrano i presupposti di un mero specchietto per le allodole creato ad hoc da qualche agenzia di intelligence, secondo gli specialisti del Califfato l’iniziativa tenderebbe ad essere un diversivo teso ad attirare l’attenzione proprio delle intelligence sulle comunicazioni via web, piuttosto che essere incentrata sulle reali capacità di trasmissione di ordini e movimentazione dei miliziani all’interno del continente europeo che avverrebbero unicamente di persona.
Proprio l’argomento delle comunicazioni che intercorrono tra gli aderenti al Califfato in Europa, dovrebbe far ripensare alla concessione, pressoché illimitata, di permessi di colloquio con i detenuti stranieri per reati comuni nelle varie carceri del continente europeo e, soprattutto, sulla cosiddetta assistenza religiosa prestata ai seguaci dell’Islam radicale.
La conseguenza di queste forme di passaggio di ordini può essere riferita anche alle numerose rivolte verificatesi in centri accoglienza, baraccopoli ed agglomerati che ospitano clandestini, che secondo alcune fonti sarebbero state fomentate, con un vero e proprio passa-parola, proprio da personaggi legati all’Isis, con l’intento di attirare interi reparti di forze di polizia per fronteggiare le proteste a discapito del controllo del territorio soprattutto nelle periferie delle metropoli europee selezionate per ospitare i miliziani in fuga dal Medio Oriente infuocato o inviati in missione nella terra degli infedeli.