Yaron Lischinsky 28 anni e Sarah Milgrim 26 anni. Due vite che stavano per unirsi, due vite spezzate quando stavano per sbocciare come un fiore che avrebbe arricchito di petali d’amore le loro esistenze. Due vite tragicamente concluse al grido brutale e oramai divenuto ossessivo:Free Palestine! Un grido carico di odio profondo, cieco, insensato e viscerale che non lascia spazio a dubbi, interlocuzioni, ragionamenti o compromessi. Gli ebrei devono sparire.
Devono sparire dalla “Palestina”,terra dove la presenza ebraica è datata ininterrottamente da oltre 2500 anni. Ma per chi lo urla gli ebrei devono sparire dal mondo. Quello slogan carico di livore, risuonato nella notte di Washington e urlato dal 31enne sicario che aveva da poco assassinato i due giovani funzionari dell’ambasciata di Israele negli USA, è lo stesso che ormai da mesi ascoltiamo come un disco rotto nelle piazze europee e americane, nelle università dove l’astio é ancora più grande e subdolo perché lì, in quei luoghi di conoscenza e dove si starebbero formando le classi dirigenti degli anni a venire, si sta creando un nucleo di perfidi odiatori che daranno in futuro all‘umanità e alla convivenza tra popoli e culture i problemi più grandi.
“Sionisti carogne, tornate nelle fogne”, dagli Anni di Piombo non si ascoltava questo slogan negli atenei ed era rivolto ai fascisti, mentre il sangue veniva versato a fiumi nelle strade del nostro paese in quel decennio terribile, dagli anni ’70 agli ’80. Lo stesso slogan si è ascoltato la settimana scorsa a Torino, mentre all’università del capoluogo piemontese dei giovani, ebrei e non, cercavano di esporre le proprie idee sul diritto alla libertà di studio. Troppo facile ora piangere lacrime di coccodrillo da parte di quelle forze politiche che da 19 mesi, ma in alcuni casi da decenni, fomentano l’odio antiebraico nelle aule parlamentari e che ora si rammaricano per l’antisemitismo.
Bene ha fatto Benjamin Netanyahu a redarguire le diplomazie di Francia, Gran Bretagna e Canada ritenendole responsabili morali delle uccisioni dei due giovani diplomatici israeliani. E a nulla valgono certo le risposte delle amministrazioni sulle presunte campagne messe in atto da loro contro l’antisemitismo. Fuffa e incoerenza, il modo per lavarsi le coscienze ma che viene smentito nei fatti dalle prese di posizione pro palestinesi, inevitabilmente protettive verso Hamas e che costantemente giustificano e danno licenza alle manifestazioni antiebraiche. In Italia i leader dell’opposizione non da meno. Parlamentari con la khefia al collo, richieste di condanna contro Israele e agli ebrei italiani di aderire a tale condanna per non essere “moralmente responsabili” di quanto avviene a Gaza.
La solita litania del “non siamo contro Israele ma contro il governo israeliano”, un mantra che ormai giustifica qualsiasi orrore antiebraico al quale quotidianamente stiamo assistendo con bandiere palestinesi esposte nei comuni e nei municipi delle nostre città, ostilità profonda verso chi cerca di parlare, spiegare e prova a confrontarsi nelle sedi opportune. Rancore esposto con cartelli contro gli ebrei nei locali pubblici, nei negozi, nei ristoranti. I social a ribadire, confermare, opprimere e fare da cassa di risonanza a video aberranti di chi arringa perfidamente le telecamere affermando che i soldati israeliani sparano per divertimento ai bambini palestinesi.
Alle fake news non c’è più limite. La follia corre sul web e viene rilanciata nell’etere formando menti incoscienti capaci di tutto, come a Washington. La “perla”poi dell’ormai ineffabile Giuseppe Conte per il quale l’esecuzione di Yaron e Sarah è da addebitare al governo israeliano. Come se l’odio antiebraico, che ha radici profonde e millenarie e che si è concretizzato nei secoli nelle accuse di deicidio, con l’Inquisizione, con le Crociate, con i Pogrom e i campi di sterminio nazisti e con i gulag comunisti, fosse un fenomeno dell’ultima ora causato dal mostro di turno, Benjamin Netanyahu e il suo governo. Siamo al paradosso. La colpa dell’odio antiebraico é degli ebrei. La realtà è molto più semplice, quasi banale come scriveva Hanna Arendt riguardo al male. I mostri purtroppo sono quei lupi travestiti da agnellini che nei parlamenti di troppi paesi e alle Nazioni Unite danno l’autorizzazione subliminale agli odiatori di turno per sparare agli ebrei davanti all’entrata di un museo. Sono loro i mandanti morali dell’ondata di antisemitismo.