Isis continua a diffondersi in Algeria e Libia. Attaccata la base militare di Bordj. Mentre a Tripoli compaiono i volantini del Daesh. Lo Stato islamico ha rivendicato lo scorso 11 febbraio un attentato terroristico compiuto due giorni prima contro una base militare algerina a Bordj Badji Mokhtar, nel sud del Paese al confine con il Mali. Un attentatore suicida, alla guida di un veicolo, ha innescato la carica di esplosivo che trasportava appena giunto nei pressi dell’ingresso della caserma uccidendo un militare di guardia.
Secondo fonti dell’intelligence di Algeri, l’attacco alla base militare di Bordj costituisce una rappresaglia contro un’operazione antiterrorismo condotta diversi mesi fa dall’esercito contro il gruppo dello Stato islamico stanziato presso il villaggio di Taoundart, sempre al confine con il Mali durante il quale rimase ucciso Aboidacar Ould Abidine, uno dei leader del Daesh nella regione.
Ma il vero allarme per il Paese nordafricano viene dalla presunta composizione della cellula dello Stato islamico localizzata tra le località di Timiaouine e Tinzaouten formata da miliziani provenienti dalla Libia buona parte dei quali transfughi di Al Qaeda nel Maghreb Islamico.
L’Algeria meridionale è da sempre stata considerata un’ampia area di influenza di Aqmi, ma l’arrivo di nuovi volontari dalla Libia, infarciti della propaganda dell’Isis e addestrati in Siria dove hanno combattuto per il Califfato fino alla sconfitta finale, desta non poche preoccupazioni. La Turchia, successivamente alla dissoluzione dello Stato Islamico non ha esitato ad utilizzare i miliziani del Daesh catturati allo scopo di ricondizionarli a proprio favore schierandoli dapprima contro i peshmerga curdi e, negli ultimi due mesi, proprio con il loro invio nel nord Africa in base ad accordi decorsi tra al Serraj e il presidente turco Erdogan.
In Libia, soprattutto nell’area di Tripoli la presenza di miliziani dell’Isis è molto forte e, se all’inizio poteva passare sotto traccia, nell’ultimo periodo le attività militari e quelle di propaganda, sono emerse alla luce del sole.
L’ultimo episodio in ordine di tempo è stato la distribuzione di volantini riportanti l’inconfondibile marchio del Daesh, nei quali si impone alla cittadinanza di volersi sottomettere al giuramento di fedeltà allo Stato islamico, ai magistrati di chiedere perdono per le condanne ingiustamente inflitte ai combattenti e di imporre alle donne di adottare un abbigliamento “consono”, con la copertura di visi, volti e parti del corpo esposte al pubblico.
Il volantino, distribuito il 14 febbraio scorso nei pressi dell’università e del principale ospedale di Tripoli, contiene inoltre minacce esplicite di morte per i cittadini che non supporteranno la causa del Daesh e dei miliziani siriani impegnati a fianco delle truppe del Gna.