Piombo, zinco, amianto, idrocarburi, cromo esavalente, arsenico, cloroformio, diossina. Un sottosuolo inquinato e contaminato, vicino a zone residenziali, autostrade, scuole, ospedali. Non siamo a Taranto o nella Terra dei Fuochi, ma nella regione Lombardia. Da qui parte il progetto “La Terra di sotto – I veleni del Nord Italia” (www.laterradisotto.it) di Luca Quagliato, fotografo documentarista e freelance. Una raccolta di immagini, diventata anche mostra itinerante, che racconta il territorio su cui camminiamo ogni giorno. Una raccolta di 900 siti contaminati, a partire dalla lista dell’Arpa, nella regione più importante d’Italia, alcuni già noti alla magistratura o sottoposti a bonifiche, altri completamente abbandonati. Tra questi anche una delle aree dello scandalo “Via d’acqua” per Expo 2015, canale artificiale che avrebbe dovuto collegare la Darsena con l’Expo passando per quattro parchi cittadini.
“Il parchetto dietro casa. L’autostrada che ti porta a lavoro. La gita fuori porta”. Questo l’incipit del progetto di Quagliato, dimostrazione che in nessun momento della nostra giornata possiamo considerarci realmente al sicuro. Immagini di inquinamento e storie di morte. Ad oggi sono diciassette i siti mappati, e descritti nel sito, ma l’obiettivo del progetto è quello di creare una vera e propria “mappa di rischio”, in un’ideale percorso da Torino a Trieste, incrociando i dati dell’inquinamento del sottosuolo con quello delle contaminazioni di falde acquifere e acque superficiali unite ai dati demografici.
L’inquinamento del sottosuolo italiano è uno dei nemici della salute più celati e persistenti. Più di quello dell’aria che, secondo Legambiente, provoca ogni anno sessantamila vittime nella penisola, con un costo di 47 miliardi di euro per lo Stato e che si concentra intono ai grandi centri industriali o nelle aree metropolitane. La penisola italiana vanta il record di città e siti inquinati. Dati ufficiali del ministero dell’Interno riportano nel 2016 quarantaquattro aree inquinate oltre i limiti di legge, sei milioni di persone a rischio: primato nero dell’Unione Europea. La battaglia contro l’inquinamento dell’aria va avanti da anni e trova oggi concretezza nella ratificazione del trattato di Parigi. Ma il sottosuolo resta un punto interrogativo. Secondo i geologi italiani sono 160.680 ettari di terreno nella penisola attendono misure urgenti di bonifiche, che non sempre arrivano con puntualità.
Numeri in contrasto e mai completi che portano spesso gli stessi cittadini a muoversi per chiedere una verità alle istituzioni.