L’associazione che tutela i consumatori in Italia è severa con Ikea, il grande marchio svedese, e propone di seguire il modello americano, che dal punto di vista dei risarcimenti adotta una sanzione punitiva ai danni dell’azienda se il prodotto non funziona o addirittura provoca danni. «Dovrebbe esserci un risarcimento simbolico – fa sapere l’associazione – al di là del rimborso del bene».
Un’ondata di polemiche si è scatenata su un altro fronte: quello della tutela dei minori nelle loro case. «E’ molto grave che possano verificarsi tali episodi» spiega il direttore generale del Movimento italiano genitori (Moige), Antonio Affinita, a Ofcs Report. «E’ necessario investire sulla prevenzione effettuando più controlli in fase di produzione, per evitare che simili tragedie si ripetano in futuro. La casa – conclude Affinita – è il luogo dove i bambini si sentono più protetti, noi tutti dobbiamo impegnarci affinché in questo contesto possano vivere al sicuro».
La vicenda dei mobili Ikea è esplosa pochi giorni fa, dopo che la cassettiera modello Malm è finita sul banco degli imputati per aver provocato la morte di 3 bambini in due anni. Il mobile ha in realtà ucciso sei minori se ne contiamo altri 3 partendo dal 1989. Dopo il ritiro di 29 milioni di cassettiere Malm “perché instabili”, come ammesso dalla multinazionale svedese, sono stati altri i ritiri operati da Ikea. Tra questi troviamo il cancelletto Patrull e il frigorifero Frostfri.
Il colosso dell’arredamento accessibile a tutti è finito ora sotto i riflettori per la scarsa cura dei controlli, sorprendendo il mondo vista l’attenzione stando a quanto dice lo “statuto” dell’azienda svedese. Nel sito internet della multinazionale è visibile quanto l’azienda sia legata a temi come la sostenibilità ambientale, la trasparenza e il rispetto delle condizioni dei lavoratori.
Nonostante ciò l’ufficio stampa di Ikea non ha voluto rispondere alle nostre domande, dirottando la chiamata a un ufficio computer in Germania.
Servizio di
Eleonora Spadaro
Enrico Lupino