“Le Istituzioni ci hanno lasciato soli. La torre è stata lasciata ardere come una discarica. Non si può permettere che crolli e che Cosenza perda anche questo bene per la cultura italiana. Dobbiamo salvarla”. Roberto Bilotti Ruggì d’Aragona è il proprietario della casa che il 18 agosto scorso é andata a fuoco nel centro storico di Cosenza. In quell’incendio morirono 3 italiani che avevano occupato abusivamente l’immobile. Una situazione “incontrollabile” quella nel palazzo nobile della città calabrese e che andava avanti da anni. Adesso, però, potrebbero esserci ulteriori conseguenze per il patrimonio artistico.
Sopra l’appartamento incendiato, infatti, era ospitata la biblioteca della famiglia Bilotti Ruggi D’Aragona, che custodiva scritture e dipinti di importanza storica rilevante. Nell’incendio, tra le opere distrutte, é andata persa anche l’opera di Telesio ‘De rerum natura iuxta propria principia’.
Gli inquilini abusivi, con problemi psichiatrici, vivevano nella sporcizia e nell’incuria. Due interi piani pieni di spazzatura accumulata. Topi, escrementi e odori nauseanti, erano la costante del palazzo.
“Cinque anni di segnalazioni, denunce e lettere mandate alle autorità da parte dei condomini. Ma mai nessuna risposta”, ha spiegato Bilotti d’Aragona.
Ancora non è chiara la dinamica dell’incendio, ma la grande sporcizia fuori dall’abitazione avrebbe fatto in modo che le fiamme si propagassero con maggiore facilità.
Ora la preoccupazione dei cosentini è per la torre che si erge sopra al palazzo e che durante l’incendio é rimasta fortemente danneggiata. “Potrebbe collassare da un momento all’altro. I vigili del fuoco hanno sequestrato l’intero immobile perché inagibile ma finora nessuno si é interessato a sistemare e salvare la torre di importanza storico culturale non solo in Italia ma in Europa”, spiega Roberto Bilotti.
Si tratta dell’ex torre campanaria del Duomo del XII secolo, inaugurata da Federico II di Svevia e citata da Dante Alighieri nel canto terzo del Purgatorio. “Ho sempre denunciato il costante pericolo che vi era nel palazzo a causa dei roghi di spazzatura che spesso venivano accesi dai signori Noce (inquilini abusivi). Erano persone con problemi psichiatrici seri che avevano bisogno di un aiuto da parte dei servizi sociali, perché pericolose per se stessi e per gli altri”, ha continuato il proprietario della casa.
Né il Comune né la Regione pare si siano interessati alla situazione e eventuale ricollocazione in un altro alloggio di questa famiglia. Stando agli atti, dopo una richiesta fatta dal signor Bilotti Ruggì d’Aragona la Asl, il 24 marzo del 2016, ha visitato l’immobile ritenendone necessaria l’immediata chiusura perché scarsa di igiene e ambientalmente non consona per gli essere umani.
“Nemmeno dopo la dichiarazione ufficiale della Asl – ha spiegato – c’è stato l’intervento delle autorità”. Solo dopo cinque anni di denunce e richieste di sopralluoghi, il tribunale di Cosenza abbia preso visione della questione dichiarando i signori inquilini degli occupatori abusivi della casa, imponendo loro una multa di 258 euro.
Una storia di abbandono che ha segnato la città di Cosenza e che pone l’accento sull’ importanza non solo del rispetto delle regole bensì della tutela dei beni culturali della città calabrese.
“Abbiamo scritto una lettera al ministro Dario Franceschini, perché si renda conto che c’è ancora qualcosa da salvare. La torre. Noi non abbiamo i mezzi per fare più di quello che abbiamo fatto”.
Allertato anche il ministro dell’Interno per denunciare come la torre abbia arso per due giorni consecutivi vista la difficoltà di mezzi pesanti carichi d’acqua ad entrare nelle vie del centro e riuscire a spegnere l’incendio. Segnalazioni sono state inviate anche al ministro della Giustizia, affinché possa verificare la corretta funzione degli uffici, e al ministro della Salute per segnalare il modo in cui gli inquilini del palazzo e i vicini abbiamo vissuto in condizioni igienico sanitarie critiche per tanti anni.