La notizia é di poche ore fa: fonti dell’esercito nigeriano dichiarano di aver ferito mortalmente il capo di Boko Haram, Abubakar Shekau. La notizia non può essere ancora confermata, ma l’esercito sembra essere sicuro di aver colpito il centro di potere del gruppo terroristico nella regione del Borno, a nord della Nigeria.
Non è la prima volta, però, che Shekau viene dato per morto. Nel settembre del 2014, sempre fonti militari, avevano riferito la sua uccisione nel corso di combattimenti con l’esercito camerunese, ma il mese successivo il leader di Boko Haram era comparso vivo in un video propagandistico.
Il terrorista potrebbe essere effettivamente rimasto ferito e il gruppo potrebbe aver subito perdite significative. In un’altra situazione, questo colpo di scena avrebbe potuto indebolire il movimento creando un vuoto di potere. In questo caso però, la notizia della morte di Shekau arriva poche settimane dopo quella del presunto cambio al vertice stabilito dallo Stato islamico che nominava Abu Musab al-Barnawi, già portavoce di Boko Haram, come nuovo leader. Il 4 agosto Shekau aveva annunciato di essere ancora lui il leader dell’organizzazione e non la persona nominata il giorno precedente dall’Isis: questo annuncio, arrivato con un messaggio audio, indicava una probabile rottura dallo Stato islamico e una lotta interna al movimento.
Se le notizie fossero confermate, l’uccisione di Shekau e il conseguente cambio al vertice facilitato per al-Barnawi, anche la strategia del movimento potrebbe cambiare: un confronto diretto con gli Stati del Lago Ciad potrebbe lasciare spazio ad una tattica incentrata più sugli attentati spettacolari e che mirano a colpire gli interessi occidentali nella Regione, nonchè gli stranieri presenti.