“La pervasività dello spazio cibernetico, la difficoltà di alzare barriere al suo interno e la possibilità di operare in modo anonimo hanno continuato a connotare questo nuovo dominio quale strumento ideale per lo svolgimento di attività con finalità di terrorismo” si legge nel documento pluriennale della Difesa (2016-2018). Infatti, oggi Internet è il nuovo campo di battaglia nel quale si combattono conflitti ad alto impatto tecnologico, ricorrendo ad armi che vanno dall’hackeraggio allo sfruttamento dei social per la guerra psicologica. Di fronte a nuove, temibili e invisibili minacce per la sicurezza nazionale, va da sé che il militare debba avere le giuste competenza e perizia per poter interagire nel cyberspazio.
E’ a questo tema (ma non solo) che si ispira la Palestra del Pensiero dell’Aeronautica Militare: il think tank nato otto mesi fa e ufficializzato a marzo, si pone come piattaforma di condivisione di conoscenze e di idee per migliorare il funzionamento e la struttura dell’Arma Azzurra. Partecipare non è difficile: il militare, di qualunque grado, può inviare idee ad un indirizzo apposito (lapalestradelpensieroaeronautico@aeronautica.difesa.it ), che verranno poi vagliate dai quadri del think tank di cui è presidente e promotore il Generale di Brigata Aerea Francesco Presicce.
Cosa proporre?
Qualunque cosa possa avere un valore e, chiaramente, anche una fattibilità. Ad esempio, nelle prime fasi di lancio della Palestra del Pensiero, gli organizzatori hanno ricevuto mail nelle quali si chiedeva di rivedere vecchi standard risalenti “all’epoca della leva e che, di fatto, precludono l’accesso della truppa a figure professionali più avanzate” ricorda il Generale Presicce. E considerando che nel 2017, ai concorsi VFP (Volontario in Ferma Prefissata) non mancano candidati con in tasca la laurea, permettere che un aviere dotato di titolo accademico possa puntare a livelli formativi più elevati è un beneficio che non va solo a vantaggio del singolo ma della Forza Armata tutta.
Una mail box e degli appuntamenti per confronti diretti. Fin qui sembra semplice, ma forse la domanda più importante è un’altra: qual è il principio che ispira un’iniziativa di libero scambio di idee in un contesto militare?
Una prima risposta sta nell’intervento, a margine della presentazione della Palestra (a marzo), del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, il Generale Squadra Aerea Enzo Vecciarelli: “E’ nel pensiero la nostra forza. Pensiero razionale, oggettivo e concreto, che deve rifuggire dalle prevaricazioni, dalle piccole furbizie, dalla tentazione di aggirare gli ostacoli. Solo così potremo vincere, fornendo un servizio di valore sempre maggiore per la comunità e il Sistema Italia.”
Il Libro Bianco per la sicurezza internazionale
Ma è nel Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la Difesa la vera chiave di lettura del progetto: “Una più forte prospettiva interforze divenga patrimonio culturale condiviso delle future Forze Armate ed elemento di riferimento nelle scelte organizzative, dottrinali e di funzionamento da compiere – continua Vecciarelli – Il patrimonio rappresentato dalle singole culture e professionalità di Forza armata, tuttavia, va preservato, perché solo la perfetta conoscenza e compenetrazione con il dominio d’azione all’interno del quale si opera, può consentire l’efficacia richiesta dai complessi scenari del futuro”.
Linee guida nelle quali il ruolo del personale assume sempre maggiore centralità: parlando dell’Arma Azzurra, Presicce ricorda che “un salto importante nella sua trasformazione è stato il passaggio dalla leva al servizio volontario che, oggi, vede il personale quale carburante della Forza Armata”. Non più, dunque, l’esercito fondato sul numero, sulla massa di uomini inquadrati con la coscrizione obbligatoria, ma un mestiere, quello del militare, che deve “essere fortemente orientato alla formazione e all’addestramento. La relativamente frequente turnazione del personale richiede ampie capacità di formazione per portare rapidamente le nuove reclute ad alti livelli di addestramento e di conoscenze tecniche ” e che una volta in congedo “favorirà il travaso di professionalità (in riferimento ai militari con contratto a tempo determinato, ndr) e valori interiorizzati durante il servizio prestato allo Stato” si legge ancora nel Libro Bianco.
Patrimonio culturale e alti livelli di addestramento sono due concetti da tenere bene a mente. Il primo, perché è l’insieme di quei valori e di quelle specificità che possono arricchire ed essere condivise dagli operatori non di una singola Forza, ma di tutto il comparto Difesa. Il secondo, perché sviluppare competenze professionali vuol dire essere permeabili a strategie, idee, esperienze che maturano sia nel mondo militare, sia nelle realtà civili. I think tank, ad esempio, devono il loro boom nel nostro Paese grazie a sigle e ad associazioni che li hanno sfruttati per sensibilizzare il pubblico sui temi della crisi economica e politica degli ultimi anni. Adesso però mettono la mimetica senza tuttavia perdere il loro spirito iniziale: coinvolgere uomini e donne di ogni grado e stimolarli all’elaborazione di progetti da mettere in cantiere per dare nuovo volto e nuove prospettive alla Forza Armata.
Staremo a vedere e attenderemo gli sviluppi di questa iniziativa che, da quanto si evince dai video della web tv, pare essere davvero coinvolgente e intrigante, e non solo per chi serve l’Arma Azzurra. Un civile, ad esempio, abituato a pensare che la parola “militare” sia sinonimo di obbedienza “pronta cieca und assoluten”, per citare le “Sturmtruppen” di Bonvi, guardando i pochi minuti proposti sul sito dell’Aeronautica assisterà a un tentativo unico di rinnovamento interno. Ma almeno per ora le proposte non riguardano il mondo civile e, se non si indossa un’uniforme con l’aquila sul petto, meglio esimersi dallo scrivere all’indirizzo di cui sopra.