Il cacciamine Alghero della Marina Militare è partito il 5 marzo da La Spezia per ricongiungersi alle unità del Secondo gruppo di contromisure mine della Nato, dispiegato nel mar Mediterraneo.
Nei prossimi giorni la nave raggiungerà le acque antistanti il Peloponneso, in Grecia, per partecipare alle attività della Standing Nato mine countemeasures group 2 (SNMCMG2), la forza marittima multinazionale integrata Nato che opera per garantire la salvaguardia delle vie di comunicazione marittime e gli accessi ai porti dalla minaccia di mine navali.
Oltre che dalla nave della Marina Militare, il gruppo navale SNMCMG2, alle dipendenze dell’Allied Maritime Command con sede a Northwood (UK), è composto dal cacciamine turco TCG Akçay, dal cacciamine spagnolo Esps Segura e dalla Hms Enterprise, nave multiruolo inglese sulla quale è imbarcato il comandante del dispositivo, commander Justin Hains della Royal Navy, insieme allo staff.
Nel Golfo di Patrasso le unità navali prenderanno parte all’esercitazione Ariadne, durante la quale verranno simulate attività di Naval Mine Warfare, in un ambiente caratterizzato da minaccia asimmetrica e aerea in un contesto di crisi internazionale.
Nave Alghero, appositamente progettata per la localizzazione e la disattivazione/distruzione di mine navali, è la terza unità Cacciamine della classe Gaeta consegnata alla Marina Militare nel marzo 1993.
Nel 2015 ha terminato lavori di ammodernamento che hanno interessato l’apparato sonar, la camera iperbarica e modifiche strutturali. L’unità cacciamine è in grado di svolgere attività di localizzazione, identificazione, neutralizzazione di mine navali, residuati bellici e di ordigni per garantire la sicurezza della navigazione.
Per effettuare tali operazioni l’unità è dotata di veicoli subacquei filoguidati Remotely Operated Vehicle (ROV) e si avvale di operatori del Gruppo operativo subacquei (Gos) della Marina Militare.