L’utilizzo dei droni come ultima frontiera del terrorismo, è già stato più volte ipotizzato in sede di analisi da numerosi esperti nel campo. E’ infatti emerso che, anche un drone amatoriale, con le dovute modifiche, può essere impiegato come vera e propria arma dai terroristi, anche considerato che da almeno un decennio, la tecnologia dei droni armati è utilizzata da tutti gli eserciti del mondo.
Proprio alcuni modelli di drone, anche non particolarmente sofisticati, sarebbero in grado di trasportare fino a 1,5 kg. di esplosivo, non escludendo quelli contenenti sostanze chimiche.
L’intelligence pone in risalto le informazioni secondo le quali alcuni gruppi terroristici affiliati all’Isis e Al Qaeda, importerebbero dall’Occidente droni consumer da utilizzare per attacchi contro obiettivi già predefiniti. La tecnologia di base dei droni non richiede specifiche competenze ed è quindi considerata alla portata di tutti, con l’ovvia conseguenza di un grave rischio per l’incolumità pubblica, come dimostrato dall’aspirante terrorista di Lodi.
Un quindicenne nato in Italia da genitori marocchini, è stato tratto in arresto il 9 ottobre scorso con la pesante accusa di terrorismo internazionale poiché, con l’alias di “Momo al-Italy”, traducibile in Mohamed l’italiano, stava pianificando di colpire la stazione ferroviaria di Lodi con l’utilizzo di un drone esplosivo seguendo le istruzioni fornite su una chat segreta della piattaforma Telegram dal sedicente Lone Mujahid, un appartenente all’Isis che dal gennaio di quest’anno fa proseliti online.
Il giovane considerava plausibile colpire la stazione ferroviaria del capoluogo lodigiano perché “non ci sono controlli”, e ipotizzava l’uso di un drone esplosivo chiedendo all’interlocutore informazioni dettagliate sulle possibilità di caricare il drone con esplosivi.
Nei suoi colloqui via chat con il Lone Mujahed del Califfato, sottolineava di “non avere paura della polizia e dei miscredenti” e chiedeva specifiche notizie sugli attentati già realizzati in passato dal Daesh, in ultimo quello a Parson Green a Londra.
Ribadendo più volte di essere un sostenitore convinto del Califfato, il ragazzo riceveva, a richiesta, link relativi a tutorial addestrativi, filmati di esecuzioni e video della vita quotidiana nelle terre dell’Isis.
L’aspirante terrorista si trova ora rinchiuso nel carcere minorile di Milano in stato di detenzione cautelare.