Rapite, stuprate e decapitate da una banda di islamisti. Mentre fervono le discussioni condite da polemiche sul cosiddetto Global compact of migration, firmato a Marrakech, destinato a consentire l’ingresso indiscriminato nei paesi occidentali di masse di emigranti senza criteri e controlli prestabiliti, a una settantina di chilometri dalla città marocchina due ragazze nordeuropee sono state massacrate.
Le vittime
Le due ragazze, Louisa Jesperen, studentessa danese 24enne e Maren Ueland, norvegese, di 28 anni, si erano recate nella piana di Imlil, in Marocco, poco lontano dal centro abitato da cui partono i trekking per il turismo d’alta quota, con l’intenzione di raggiungere la vetta del monte Toubkal. Nell’attesa di affrontare la salita verso la vetta, avevano piantato la loro tenda da campeggio con l’intenzione di pernottare fino all’alba. Ma, lunedì mattina, un passante ha notato i corpi esanimi e sanguinanti delle due giovani e avvertito immediatamente la polizia del posto che, accertata l’entità del fatto, ha provveduto ad allertare il Bcij, Bureau central d’investigation Judiciaires, una sorta di Fbi marocchina per il prosieguo delle indagini.
I responsabili
Sul posto del macabro rinvenimento, durante gli accertamenti, gli investigatori hanno rinvenuto il portafogli di un componente della banda, perso durante la fuga e, in poche ore, erano già sulle tracce dell’individuo in un sobborgo di Marrakech. Il soggetto risultava noto negli archivi come componente di un gruppo islamista e le successive, immediate, indagini hanno presto portato all’individuazione degli altri complici. La cellula è risultata composta da Abderrahmane Khayali, 35enne di Marrakech, Abdessamad Joude, nato nel 1993 a Marrakech, Rachid El Afati, anch’egli 35enne e Younes Ouaziyad, nato nel 1991 a Marrakech, tutti arrestati drante l’operazione di polizia condotta in mattinata. Sono noti alle autorità i legami dei quattro con ambienti dell‘eversione islamica in Marocco e non si esclude che il rapimento con il conseguente omicidio delle ragazze, possa essere stato messo in atto allo scopo di ottenere visibilità agli occhi di al Qaeda o, più probabilmente, dello Stato islamico, pur in assenza al momento di rivendicazioni.
Il video della decapitazione
Un video postato su Facebook, la cui autenticità è stata confermata anche dagli inquirenti marocchini, riprende i momenti del duplice omicidio e della decapitazione delle giovani da parte della banda. Le poche frasi pronunciate durante l’esecuzioni dai macellai islamisti di “vendetta per i fratelli siriani di Hajin” lasciano pochi dubbi sulla pista terroristica, così come affermato dagli inquirenti.
Nelle ultime ore, inoltre, è emerso il rinvenimento di un video nel quale i quattro autori del massacro hanno giurato fedeltà allo Stato Islamico.