La battaglia finale per Mosul è cominciata. All’alba di domenica le forze armate irachene , con il sostegno aereo dei bombardieri della coalizione internazionale anti-Isis, hanno dato il via all’offensiva per riconquistare la parte ovest della città ancora sotto il controllo jihadista. La “madre di tutte le battaglie”, come è stata definita dal premier iracheno Haider al Abadi, segna l’inizio di una nuova fase nella lotta contro il terrorismo jihadista. “Preparatevi, la battaglia sta per cominciare. Spazzeremo dalla nostra grande nazione ogni terrorista e apostata, fino all’ultimo”, recitavano i volantini paracadutati dall’aviazione nelle ore immediatamente precedenti l’attacco. Mosul ovest è l’ultima roccaforte dell’Isis in Iraq.
Secondo fonti dell’intelligence americana sarebbero almeno 2mila i terroristi ancora presenti in città, ma si teme possano in realtà essere tra i 3 e i 5mila. Mosul ovest rappresenta circa il 40% del territorio cittadino. Gran parte delle infrastrutture, tra cui l’aeroporto e alcuni importanti monumenti storici, si trovano da questa parte del fiume Tigri. Un dedalo di strade, piazzette, viuzze e cunicoli che rendono impossibile all’aviazione bombardamenti efficaci. “Sarà un incubo anche per le forze più preparate”, ha detto un generale americano. La battaglia finale contro l’Isis si preannuncia lunga e sanguinosa. I civili intrappolati all’interno dei confini della città occidentale sono migliaia, almeno 700 mila. Decine di migliaia di scudi umani. “Questo è il triste destino dei cittadini di Mosul ovest – ha dichiarato all’agenzia Reuters Maurizio Crivallero, responsabile per l’Iraq dell’organizzazione umanitaria Save The Children – Bombe, fuoco incrociato e fame se restano, oppure fucilazioni e fuoco di cecchini se tentano di fuggire”.
La sorte dei civili preoccupa anche le autorità irachene che hanno invitato gli attaccanti al “rispetto dei diritti umani”. Un appello che arriva come monito dopo le centinaia di casi riportati dalle agenzie umanitarie riguardo alle vendette e ritorsioni da parte delle milizie paramilitari, alleate dell’esercito iracheno, sui villaggi sunniti liberati dal controllo dei jihadisti. In 24 ore le truppe irachene avrebbero riconquistato almeno 17 villaggi in mano all’Isis. Non solo Mosul, l’obiettivo di quella che viene descritta come l’offensiva finale contro il sedicente Stato islamico in Iraq è anche la liberazione di Tal Afar. La cittadina, dal 2014 in mano ai jihadisti, è di importanza strategica per il traffico di armi e uomini tra l’Iraq e la Siria. Una zona considerata chiave dal Califfato visti gli ottimi rapporti tra tribù locali e jihadisti, tanto da essere scelta come roccaforte, nel 2004, dal leader di Al Qaeda in Iraq, Al Zarqawi. La controffensiva su Mosul ovest e su Tal Afar sarebbe un colpo mortale per l’organizzazione di Abu Bakr al Baghdadi. Il colpo di grazia definitivo che potrebbe spazzare via il regno di terrore dell’ Isis e dei suoi jihadisti.