Rimane in carcere sino alla celebrazione del processo a suo carico, Ahed Tamimi, la 16enne accusata dalle autorità israeliane di aver provocato e attaccato due soldati dello Stato ebraico il 15 dicembre scorso.
La ragazza, definita da alcuni media ‘la pasionaria palestinese’, era stata arrestata a seguito della diffusione di un video dove viene immortalata mentre colpisce i soldati israeliani che non reagiscono alle provocazioni.
I precedenti
Sulla sorte giudiziaria della Tamimi verranno a pesare i precedenti, quello del 2012 nel quale la ragazza si scagliava contro i militari israeliani in Cisgiordania e soprattutto nel 2015, quando fu vista mordere ripetutamente la mano di un soldato che stava tentando di fermare un ragazzino palestinese con il braccio ingessato accusato di tirare sassi, video la cui originalità è sempre stata al centro delle discussioni sul caso.
La missione dell’Unione Europea a Gerusalemme e Ramallah ha espresso preoccupazione per la sorte della minorenne palestinese per la quale la liberazione è stata chiesta anche da Amnesty International.
La Corte militare israeliana, oltre a sentenziare la permanenza in carcere della Ahed Tamimi, si è espressa nei medesimi termini anche per la madre della ragazza, Nariman Tamimi, anch’essa arrestata nello stesso contesto con le accuse di “aver attaccato un ufficiale e un soldato israeliano il 15 dicembre passato” nel villaggio di Nabi Saleh, aver attaccato “in cinque altre occasioni” i militari Israeliani e aver “tirato sassi, partecipato a incidenti violenti, minacciato e incitato altri”.
Bassem Tamimi, padre della ragazza, ha denunciato sul profilo Facebook l’operato dei soldati israeliani accusandoli di violenza e ha difeso a spada tratta il comportamento della figlia.
Di parere opposto il ministro della difesa dello Stato di Israele, Avigdor Lieberman, che ha rivendicato “la moralità” dell’esercito israeliano e lodato pubblicamente il comportamento dei militari provocati dalla ragazza.