La California sospende temporaneamente la pena di morte. Il governatore Gavin Newsom ha convalidato la moratoria che concederebbe ai 737 prigionieri, attualmente in attesa dell’esecuzione, di vedere la propria condanna a morte annullata. In California, dove si registra il più alto numero di detenuti in attesa della pena capitale, la chiusura dell’apposita stanza nel carcere di San Quintino avverrà dunque a breve. Secondo le dichiarazioni di Newsom, la condanna a morte “è discriminatoria, ingiusta e contraria ai nostri valori fondamentali”. La pena capitale negli Usa è stata abolita da 19 Stati e la moratoria firmata seguirà la stessa decisione del Colorado, dell’Oregon e della Pennsylvania. “Il governatore Newsom ha dimostrato grande coraggio e autorità nel mettere fine alla pratica crudele, costosa e ingiusta dell’esecuzione dei prigionieri”, ha dichiarato Alison Parker, direttore dell’organizzazione statunitense Human Rights Watch.
Una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1972 ha vietato le esecuzioni ma sono state reintegrate nel 1976. Il numero delle esecuzioni negli Usa ha raggiunto il suo picco negli anni ’90 con 98 uccisioni nel 1999 e 315 condanne, ma il tasso è diminuito notevolmente negli ultimi anni con 25 esecuzioni nel 2018. Nello scorso anno quattro Stati in particolare hanno eseguito più della metà delle condanne a morte, Texas e Florida con sette e la California e l’Ohio cinque. Nel mese di ottobre, lo Stato di Washington ha abolito la condanna a morte, diventando il ventesimo stato a rinunciarvi. Le otto persone in attesa di essere giustiziate, avevano ricevuto la commutazione della pena in ergastolo.
Il rapporto Death Penalty Information Center del 2018, rilevava che dei 25 prigionieri giustiziati durante l’anno per 18 di loro esistevano prove significative di malattie mentali, lesioni cerebrali dannose, traumi o abusi nell’infanzia e alcune prove sul Dna erano contraddittorie. Ad oggi, nonostante 30 Stati prevedano questo tipo di sanzione, solo in pochi emettono ancora condanne. L’Assemblea Generale dell’Onu aveva rinnovato, appena tre mesi fa, l’invito rivolto agli Stati membri per la sospensione delle condanne a morte.
di Jasmine Racca