a cura di Marco Rocco
Purtroppo le sinistre a parole vogliono combattere le ineguaglianze. In realtà troppo spesso difendono le ricchezze delle elites storiche ottenendone favori, lo abbiamo visto in Usa con Obama, probabilmente lo abbiano replicato in Italia con Monti, Letta, Renzi e Gentiloni.
Guardiamo il caso Arabia, oggi governata dal futuro Re bin Salman visto che il padre sta abdicando: è notizia dell’altro ieri che per ridare la libertà agli oligarchi arabi arrestati dalla polizia a Ryad, essi dovranno cedere fino al 70% della loro ricchezza accumulata a spese del Paese. Parliamo di persone tra le più ricche del mondo. Si, perché la caduta del prezzo del petrolio ha fatto pagare un costo salatissimo alla classe media araba come a quella mondiale mentre loro, le elites arabe e globaliste, continuavano ad arricchirsi conoscendo in anticipo le manipolazioni di borsa attuate tra Washington, Londra e Pechino.
Avete capito cosa è successo in Arabia negli scorsi anni, spero? In breve, il piano globalista di cui i Clinton tiravano le fila prevedeva, tra le altre cose, di far crollare il petrolio in corrispondenza con la quotazione in borsa della più grande azienda mondiale, la Saudi Aramco (valore da 1.5 a 3 trillions USD) in modo da comprarsela a prezzi di realizzo (infatti Trump si è affrettato ad affermare che la quotazione andrà fatta a New York, c’è da scommetterci!). Sì, perché la falsa rivoluzione automobilistica dei veicoli elettrici, imposta con il dogma del cambiamento climatico causato dalla sola CO2 (???), alla fine brucia comunque gas e petrolio per produrre elettricità…. Alla faccia della CO2 immessa in atmosfera, che per le auto elettriche è ben superiore a quello che – falsamente – si dice venga evitata! (…)
Tutto sarebbe andato nel verso desiderato se non fosse stato eletto Trump. Ora, con il supporto Usa, Salman sta regolando i conti con gli oligarchi locali di fede clintoniana facendogli pagare il conto. Poi ci sarà la guerra all’Iran in modo da eliminare l’unica forza imperiale ed egemonica nella regione. Il problema è che Germania e Francia, partecipi a pieno titolo del piano Clinton-Obamiano, si oppongono ed addirittura supportano i nemici dell’Arabia, parlo di Iran, Qatar e parzialmente Turchia.
Fate conto che, si sussurra, il piano di pulizia delle elites Arabe sia stato concordato con Trump ed i militari Usa. Fonti anonime – ma sembrerebbe molto ben informate – hanno fatto addirittura balenare l’ipotesi che uno degli incontri sarebbe avvenuto coinvolgendo come tappa Las Vegas guarda caso durante l’attentato omicida (contro Salman?) di un mese fa, che di fatto avrebbe visto l’intervento difensivo delle forze speciali del generale Kelly, all’atto pratico il più alto in grado dell’amministrazione Usa. Sì, perché il giorno dell’attentato al Mandalay Palace, in cui i sunniti sono forti azionisti (MGM Resorts), gira voce che Salman fosse proprio in loco probabilmente assieme a soggetti apicali dell’amministrazione Usa, la sparatoria che ne è seguita è forse stato un diversivo o una conseguenza indesiderata di un piano ben diverso da come ce l’hanno raccontato i media (versione assurda, …).
Oggi, dunque, il giovane Principe bin Salman fa come Napoleone, va in guerra scardinando le oligarchie locali tradizionali a cui chiede di pagare per i danni e le corruzioni a favore dello Stato ossia del popolo e dell’esercito e guarda caso viene criticato delle sinistre mondiali, la facciata politica delle ricchissime elites globaliste (ve lo ricordate Soros ricevuto a palazzo Chigi da Gentiloni come un capo di stato?). Di cui ad esempio Renzi sembrerebbe far parte.
Fate conto che Salman pensa a svecchiare il Regno, permettendo alle donne di guidare le automobili ed andare allo stadio, oltre a pianificare un’Arabia oltre al petrolio. Un vero riformatore. (Chiaramente, in tutto questo Berlino e Parigi stanno per loro interessi dalla parte della traditrice Qatar e con Tehran…)
Con tale obiettivo il governo di Ryad è andato anche a Mosca e Tel Aviv per riappacificarsi, dopo le intemperanze dei predecessori arabi. Mosse di enorme spessore, da cui si otterrà enorme supporto!
Salman mi ricorda molto il principe arabo riformatore del film Syriana, pellicola profetica anche nel nome. Peccato che, grazie all’appoggio dei militari Usa, Salman non solo non sia morto ma ne sia uscito rafforzato, di fatto facendo pulizia dei globalisti clintoniani nell’area che continuavano a finanziare i media anti Trump negli States. Non mi stupirei se a breve anche Soros diventasse un falso problema, magari affrontato dagli israeliani.