a cura di Sara Novello
Il Regno Unito sta contemplando sempre più l’idea di una “diluition of Brexit”, ha affermato l’ex ministro del governo Theresa Villiers. Il parlamentare conservatore, ha affermato al Sunday Telegraph che “il pericolo che il Regno Unito sottoscriverà un accordo con Bruxelles che potrebbe legarci all’UE in tutto, tranne che nel nome, é reale”. Il suo commento arriva tra le crescenti fratture del partito Tory sulla Brexit.
I Backbenchers hanno criticato Philip Hammond per aver affermato che le modifiche alle relazioni UK-UE potrebbero essere “molto modeste”. L’ex ministra Villiers ha affermato di aver a lungo “discusso il compromesso e la moderazione” nell’approccio del governo alla negoziazione della Brexit, ma che la sola direzione da intraprendere, per la premier May, sembra essere quella di una uscita “il meno rigorosa possibile”.
L’ex segretario dell’Irlanda del Nord ha sottolineato come un accordo fatto per mantenere il Regno Unito nell’Unione Europea, “in tutto tranne che nel nome”, sarebbe una “totale mancanza di rispetto nei confronti del risultato del referendum”.
Le angosce dei Tories per la Brexit riaffiorano ampliando le crepe nel partito
L’ ex ministra Villiers è l’ultima euroscettica conservatrice più anziana a parlare di arretratezza percepita dal governo. Una delle domande chiave da porsi è: quanto resterà chiusa la relazione commerciale con l’Europa, una volta che il Regno Unito se ne sarà andato a marzo del 2019?
All’inizio di questa settimana la premier Theresa May ha affermato che le economie del Regno Unito e dell’UE si sarebbero mosse “molto modestamente” e solo dopo la Brexit, poiché erano già “completamente interconnesse e allineate”.
Ma il deputato Jacob Rees-Mogg, una delle principali voci euroscettiche sui banchi dei conservatori, ha affermato che “l’allineamento ravvicinato” con l’UE, dopo la Brexit, sarebbe inaccettabile e ha avvertito Theresa May che se si arrenderà a una Brexit solo nominale i Tories, con molta probabilità, potrebbero perdere le prossime elezioni.
Nel frattempo, l’ex presidente del partito, Tory Grant Shapps, ha esortato il primo ministro a indicare una data delle sue dimissioni o prepararsi ad affrontare il voto di sfiducia, voluto da molti nel partito, evidenziando un intenso malessere al suo interno a causa di queste prese di posizione.
Dall’altra parte dell’oceano, in un’intervista con Piers Morgan per ITV, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha criticato l’approccio del primo ministro May ai negoziati sulla Brexit dicendo che “avrebbe assunto una posizione ben più dura per uscire”.