Le truppe ribelli attaccano Damasco. Le truppe islamiste di Hayat al-Tahrir al-Sham, l’ex Al-Nusra, insieme a quello che resta del Free Syrian Army hanno lanciato un’offensiva sui sobborghi nord orientali della capitale siriana. Con una serie di attacchi kamikaze le milizie anti governative sono riuscite a sfondare le linee di difesa dell’esercito siriano e hanno ristabilito i collegamenti con il distretto di Jobar, una grossa area vicino al centro cittadino, dall’inizio del conflitto contesa tra ribelli e governativi. Un attacco a sorpresa che ha visto la capitolazione di un’importante area industriale insieme a una delle più grandi centrali elettriche che fornisce luce ed energia a buona parte della capitale. Il governo sta già studiando una controffensiva, mobilitando la temuta Guardia Presidenziale. Un duro colpo per Bashar al Assad, che all’indomani della riconquista di Aleppo aveva impostato buona parte della sua strategia bellica proprio sulla zona orientale della città. Intanto nel resto del Paese il regime continua a ottenere vittorie. Homs, città divisa da sei anni, è ufficialmente tornata sotto il controllo del governo dopo che circa 1500 persone, principalmente ribelli e loro famigliari, hanno lasciato il sobborgo di Al-Wair.
Abbandono di Homs: ennesima vittoria per il governo di Bashar al Assad
Una “riconquista” resa possibile dall’accordo firmato tra Damasco e ribelli in base al decreto di “riconciliazione” dello scorso anno. In base all’intesa i ribelli potranno lasciare la città e trasferirsi in aree fuori dal controllo del governo, nella provincia di Idlib e nel distretto di Jarabulus, dove dominano le milizie filo-turche. Un’operazione che coinvolgerà almeno 15mila persone e che avverrà sotto la supervisione della polizia militare russa. L’abbandono di Homs, città simbolo della mai sbocciata primavera araba siriana, è l’ennesima vittoria per il governo di Bashar al Assad ed è una vera e propria débâcle per i ribelli che ormai controllano solo il 10% del territorio. Intanto a Idlib, roccaforte dei ribelli islamisti, durante un attacco della coalizione anti terrorismo sono morte, almeno 20 persone. Il raid compiuto da aerei della coalizione aveva per obiettivo dei centri di controllo direttamente riconducibili all’ex fronte al Nusra.
Scontro tra Israele e Siria
Continua, invece, lo scontro a distanza tra Israele e Siria dopo che, nei giorni scorsi, un attacco dell’aviazione di Tel Aviv aveva colpito una base siriana usata come copertura dalle milizie libanesi di Hezbollah. Il governo di Damasco ha risposto con il lancio di un missile SA-5 a lunga gittata, intercettato, però, dal sistema di difesa anti aereo israeliano Arrow. Si tratta, secondo molti, della più grave escalation tra i due Paesi, formalmente in stato di guerra per la questione del Golan, dall’inizio del conflitto siriano. Una tegola in più per Damasco, ora seriamente preoccupata dalle possibili ritorsioni da parte israeliana che, per bocca del ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, ha tuonato:“La prossima volta, se la difesa siriana attaccherà i nostri aerei, la distruggeremo”. Sul fronte del terrorismo, intanto, dopo le sconfitte incassate in Iraq, lo Stato islamico sembra indietreggiare anche in Siria. Dopo la riconquista di Palmira ora è partita la corsa a Raqqa, un appuntamento a cui nessuno tra i contendenti vuole mancare.