a cura di Marco Rocco
Può piacere o meno ma Donald Trump rischia di tramutarsi nel più fedele custode della tradizione conservatrice mondiale. Attenzione, essere conservatore non è negativo, negativi sono sempre e solo i fini e gli atti conseguenti. Ed oggi i fini globalisti anticonservatori e progressisti, abbiamo ben chiaro che conseguenze possono avere: Obama è stato il presidente che ha aperto il maggior numero di singoli scenari di guerra per gli Stati Uniti a memoria d’uomo. Le conseguenze sono state disastrose per la stragrande maggioranza dei paesi e dei cittadini del mondo. Anche perchè il vero record di Obama è stato quello di arricchire a dismisura le elites già ricchissime a spese della classe media Usa (…).
Trump è stata la logica soluzione – democratica – voluta dal popolo nelle elezioni, realtà inattesa per alcuni membri del partito transnazionale fatto da coloro che tanto hanno guadagnato dalla precedente presidenza.
Il messaggio è che le cose stanno forse per cambiare in modo radicale
Trump è stato fino ad oggi parzialmente bloccato con le bugie del Russiagate, che ora stanno venendo fuori. Sta certamente venendo fuori il malaffare pedofilo degli Usa upper class, quella di Hollywood, normalmente “molto Dem“, è solo questione di tempo prima che vengano scoperchiati i pentoloni pedofili di Washington e dintorni. Ecco perchè il viaggio di Trump in Asia, il più lungo dai tempi di Bush padre, sarà oltre che molto complesso anche molto pericoloso: troppe persone hanno da perdere da una sua vittoria geopolitica.
Trump sarà il presidente con maggior potere dalla guerra civile americana
Per maggioranze alla Camera e al Senato, per numero di governatori repubblicani, per numero di Stati repubblicani, per il controllo con nomina personale di CIA, FBI, NSA ed altri apparati operativi dello Stato, per supporto totale da parte dei militari, per supporto popolare (checché ne dica la stampa), per il futuro controllo della Fed da parte di suoi nominati a partire da febbraio prossimo, per numero di giudici della Corte Suprema che andrà a nominare durante il suo mandato, Trump sarà il presidente con maggior potere dalla guerra civile americana. E al suo ritorno avrà probabilmente anche la forza geopolitica – vedremo – di spazzare via coloro che lo hanno bloccato fino ad oggi.
Colleghiamo i puntini, guardando ai fatti: l’FBI di Wray, oltre ad indagare il persistente fenomeno pedofilia negli Usa e nel mondo, ha finalmente inoltrato alle commissioni di indagine congressuali centinaia di migliaia di pagine sui misfatti contenuti nelle famose mails di Hillary Clinton, documenti incredibilmente bloccati fino ad oggi – un anno dopo le elezioni Usa – nei cassetti del Bureau.
Il viaggio in Asia
Trump è partito da Pearl Harbour per la visita asiatica volendo prima fare una visita al memoriale dell’attacco all’isola hawaiana negli anni ’40 dello scorso secolo. Con queste premesse andrà ad incontrare giapponesi (amici), coreani del sud (amici), filippini (con cui ritroverà unità), i paesi Asean (certamente non anti Usa) e soprattutto l’avversario cinese con cui discuterà di Corea del Nord e soprattutto di accordi commerciali. Non lasciatevi confondere, la guerra con Pyongyang è una guerra per mandato: si scrive Corea del Nord e si legge Cina. E la Cina oggi si sente pronta a sfidare Washington e dunque manda avanti Kim, evidentemente pensa di vincere.
Ben inteso, oggi Trump deve fare svalutare il dollaro fino a 1.50-1.60 su euro per sperare di mantenere le sue promesse a casa propria, oltre a far rivalutare lo yuan. La Cina non vuole, o meglio non vuole farsi imporre la politica economica, da lì lo scontro. Che si gioca in Corea.
Nel viaggio asiatico Trump incontrerà in Vietnam Vladimir Putin, lontano dai riflettori. Si sa, il terrore dei globalisti è un asse Russia-Usa che possa ridisegnare la mappa mondiale post Yalta: ce n’è bisogno. Chiaramente chi avrebbe da perdere sono le potenze emergenti, su tutte Cina e Germania. Che guarda caso hanno enormi investimenti reciproci nei rispettivi paesi. Un asse economico, non a caso sono i due più grandi esportatori mondiali, che si schianterebbero in caso gli Usa smettessero di consumare i loro prodotti. In tale contesto la svalutazione del dollaro è davvero l’aspetto cruciale.
Poi, continuando, ieri in Arabia è stato arrestato il mitico Al Waleed, legato alla famiglia regnante, il proprietario di fatto di Citibank e grande azionista di Twitter, uno degli uomini più ricchi del mondo. Per riciclaggio. Va ricordato come tale Al Waleed sia da sempre estremamente critico con Trump.
Non va dimenticato che un missile sembra iraniano è stato sparato dallo Yemen in guerra con l’Arabia sui cieli di Riad. E’ stato intercettato dai Patriot. Chiaramente se si tratterà di forniture iraniane queste saranno necessariamente passate per Doha, molto probabilmente il prossimo obiettivo saudita non appena crollerà Caracas sotto il peso di debito ed inflazione (…).
Per inciso, Doha sembra essere il luogo dove tutti i clintoniani che contano hanno depositato i propri soldi, inclusa la Fondazione Clinton – uno scoop di alcuni mesi fa non è mai stato formalmente smentito – si dice su conti interni della banca centrale qatarina (e cosa volete che sia una banca centrale detenuta da una famiglia araba? Appunto, poco più di una banca cooperativa…). Non si esclude che ci siano anche nomi di eminenti italiani, magari ex primi ministri (…).
In ultimo chi manca? Direi Soros, che poche settimane fa ha spostato quasi tutta la sua fortuna nell’Open Society, ossia dandola in pasto alla struttura tipicamente Dem-clintoniana che dovrebbe continuare le sue policies. Chiaro, alla sua età la salute è la cosa più importante, non si può vivere in eterno; evidentemente anche lui avrà il timore che un giorno per l’altro potrebbe non essere più fra noi.
E’ facile prevedere che se Trump tornerà a casa sano e salvo, e avrà finalmente il giro buono per stringere il cerchio in modo sensibile.
L’Italia verrà dopo. Sebbene Roma resti un dettaglio, non minuscolo ma sempre un dettaglio nel risiko globale che aspetta il mondo. Purtroppo.