“Tutte le strade portano a Tunisi”, lo ha affermato il Presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied, durante la recente visita del Presidente Giorgia Meloni nella capitale tunisina. Questa dichiarazione risuona particolarmente in un momento storico caratterizzato da sfide significative. La Tunisia ha bisogno di aiuto, le difficoltà economiche che sta affrontando potrebbero spingerla molto presto verso il default, con pesanti ripercussioni anche per il nostro paese. Per questo è importante intervenire prima che ciò avvenga, sensibilizzando la comunità internazionale, sbloccando un pacchetto di aiuti e soprattutto per rinegoziare i prestiti con il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Il ruolo della Tunisia è troppo importante per la stabilità del Mediterraneo e del Nord Africa, sia dal punto di vista economico che politico, e non va assolutamente sottovalutato.
L’Italia, consapevole dell’importanza della situazione, si sta già impegnando a fare la sua parte per evitare un crollo irreversibile. Come promesso di recente dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l’Italia concederà 100 milioni di euro alla Tunisia, di cui 50 milioni saranno diretti alle piccole e medie imprese locali. Inoltre, grazie all’opera di mediazione del presidente Meloni, si cercherà di superare l’attuale stallo nei negoziati con il FMI. Allo stesso tempo, la Tunisia si impegnerà a percorrere, già dalla prossima settimana, quel cammino verso le riforme necessarie per garantire la crescita del paese, dimostrando la volontà di adempiere agli impegni internazionali.
Rimane in sospeso la sfida dell’immigrazione clandestina, che vista l’attuale situazione può solo peggiorare. La Tunisia, ha fatto intendere il presidente Saied, non è disposta a fare da tappo. Anche loro devono affrontare l’arrivo di flussi migratori provenienti dall’area sub-sahariana, e con le attuali ristrettezze economiche non è in grado né intenzionata a trattenere tali flussi, considerando che già fatica a trattenere la sua stessa popolazione. Ciò si riflette nei numeri allarmanti di migranti che arrivano in modo irregolare sulle coste italiane
Le statistiche pubblicate dal Forum tunisino per i diritti economici e sociali (FTDES) confermano l’aumento significativo del numero di tunisini che cercano di raggiungere l’Italia in modo irregolare. Nel 2021, gli arrivi erano 1.986, nel 2022 sono saliti a 2.283, e nei primi cinque mesi del 2023 si sono già registrati 3.432 migranti, tra cui 865 minori non accompagnati. 534 sono le persone morte o che risultano disperse durante il pericoloso viaggio. La questione migratoria rappresenta una sfida rilevante in un contesto geopolitico sempre più complesso e teso. Affrontare questa sfida richiede un approccio strategico e cooperativo tra le nazioni coinvolte, soprattutto da parte di quei paesi che possono fare di più. La Tunisia, come luogo di transito e di partenza per molti migranti, deve affrontare non solo le difficoltà economiche e sociali interne, ma anche trovare soluzioni efficaci per gestire i flussi migratori, ma di certo non può farlo da sola.
La comunità internazionale, compresa l’Italia, deve sostenere la Tunisia nel suo impegno per affrontare la questione migratoria in modo umano ed efficace. È necessaria una cooperazione internazionale rafforzata per contrastare le reti criminali che sfruttano la vulnerabilità dei migranti e garantire un trattamento dignitoso e rispettoso dei diritti umani.
Inoltre, è fondamentale affrontare le cause profonde dell’immigrazione irregolare, tra cui la povertà, l’instabilità politica e la mancanza di opportunità economiche nei paesi di origine. Questo richiede investimenti significativi in sviluppo, cooperazione economica e assistenza tecnica per promuovere la stabilità e la crescita sostenibile in tutto il Nord Africa e il Mediterraneo.
Solo attraverso una cooperazione sincera e una visione a lungo termine sarà possibile raggiungere progressi significativi nella gestione della questione migratoria e garantire una maggiore stabilità in tutta la regione. La Tunisia, con il suo ruolo chiave nel Mediterraneo e nel Nord Africa, può svolgere un ruolo fondamentale in questo processo, ma il sostegno e l’impegno della comunità internazionale sono indispensabili per realizzare tali obiettivi.