Andrea Costantino è tornato in Italia. L’imprenditore milanese bloccato per quasi due anni negli Emirati Arabi, con l’accusa piuttosto fumosa di traffici di petrolio illeciti con lo Yemen, è finalmente a casa. E quei ventidue mesi, di cui quindici trascorsi nelle carceri emiratine, delle quali vi risparmiamo i dettagli perché oggi è la vigilia di Natale e vogliamo raccontarvi solo cose belle, sono ormai solo un brutto ricordo per Andrea.
Andrea che stamane è apparso a sorpresa negli studi di Radio Libertà, durante la diretta del direttore Giulio Cainarca che ogni mattina da tempo si collegava con lui dalla stanzetta della dependance dell’ambasciata italiana ad Abu Dhabi dove Andrea era stato confinato dopo essere stato scarcerato a luglio dopo la visita di Mattarella negli Emirati.
In questi giorni anche noi di Ofcs siamo sempre stati in contatto con Andrea.
Anche se nelle ultime ore avevamo scelto di fare silenzio sulla vicenda per permettere che le trattative non subissero intoppi.
Ma sapevamo che aveva firmato una carta per ottenere un prestito dallo Stato italiano di circa 270 mila euro per pagare quella che impropriamente potremmo definire “multa” e che sarebbero serviti per la sua liberazione.
E sapevamo che Andrea avrebbe firmato anche un “patto con il Diavolo”, queste le sue parole, per ottenerla.
Ma non era ottimista sui tempi Andrea, che forse anche per scaramanzia ci confidava di non intravedere una chiusura delle trattative con gli Emirati prima del 12 gennaio.
E invece da quel volto sorridente che abbiamo visto stamane negli studi radiofonici è arrivata la smentita a questa sua previsione, ripetiamo forse scaramantica.
E va bene tutto. Va bene il prestito. Vanno bene i silenzi e gli “inciampi” di certi personaggi della politica.
“In tutti questi mesi ho avuto contatti privati solo con Matteo Salvini e il supporto costante del direttore generale degli italiani all’estero della Farnesina Luigi Maria Vignali, che non mi hanno mai abbandonato”, ci ha ripetuto più volte Costantino, che ha ringraziato anche l’ambasciatore italiano ad Abu Dhabi.
E tutti gli altri per ora non hanno importanza. Chi ha bloccato Stefania, la compagna di Andrea su Whatsapp come fosse una stalker. E non ha importanza per ora chi non rispondeva alle sue email.
E non hanno importanza neanche i disastri dell’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio, forse, e scriviamo “forse” perché è Natale, all’origine dell’incubo vissuto dall’imprenditore milanese.
E va bene anche che i media italiani, quasi tutti, abbiano a lungo ignorato la vicenda.
Anche se qualcuno sull’aereo che lo riportava stanotte a Milano lo ha riconosciuto, come ha raccontato a Giulio Cainarca in radio. Dove era collegato anche Maurizio Bolognetti, giornalista e segretario dei Radicali lucani, che ha accompagnato Andrea in questi ultimi giorni nella sua scelta estrema e disperata di intraprendere lo sciopero della fame.
Ma tutto questo per ora, e sottolineiamo per ora, è acqua passata. Il prestito, i blocchi, il silenzio dei giornaloni li accantoniamo.
Perché Andrea è finalmente a casa, nella sua Milano, con la sua famiglia. Con Stefania, la compagna che non si è mai arresa. Con Agata, la figlioletta di cinque anni che quel papà se lo è visto portar via sotto gli occhi il 21 marzo dell’anno scorso in una stanza di un hotel a Dubhai e che ormai credeva non sarebbe tornato più. E con il primogenito, un adolescente che ha dovuto sopportare anche il dolore del bullismo dei compagni di scuola sulla vicenda del padre. Ma ora tutto questo non conta più, anche se non potrà certamente essere essere cancellato. Perché Andrea Costantino è tornato in Italia. E il come e il perché adesso sono dettagli. Perché oggi è Natale e siamo tutti più buoni, ma soprattutto felici del suo ritorno. Di tutto il resto magari ne parleremo dopo Capodanno.
Buon Natale Andrea. Buon Natale Italia.