Da Taranto, anche se con ritardo sul provvedimento, si stanno levando cori di proteste per la decisione presa dal ex ministro della Difesa, Roberta Pinotti, di trasferire i corsi di ben 700 allievi volontari della Marina militare in ferma prolungata di un anno (VFP1) alle scuole de La Maddalena in terra di Sardegna già dal prossimo settembre.
Una vicenda che sta creando non poche polemiche destinate a finire sul tavolo del Governo. Nei giorni scorsi, infatti, l’onorevole Vincenza Labriola ha presentato una interrogazione parlamentare sulla scorta di un articolo pubblicato da “La Nuova Sardegna” dal titolo “Alla Scuola Sottufficiali ritornano i corsi per allievi Nocchieri”. Secondo quanto emerso, il trasferimento riguarda “circa 700 allievi da Taranto e La Maddalena divisi in quattro incorporamenti annuali da 160/180 giovani tra Marina militare e Capitaneria di porto, appartenenti alla categoria di nocchieri di porto e tecnici di macchine”. “Da una breve disamina dell’operazione – si legge nell’interrogazione – pare che essa avvenga al fine di avere una importante ricaduta sul territorio sardo sia per il turismo che per l’economia ad essa legata”.
Ma non solo. Sempre secondo “La Nuova Sardegna”, tale decisione è stata presa a seguito di accordi tra il Ministero e la Regione Sardegna, allo scopo di dare nuova linfa, dal punto di vista economico, al Governo all’isola.
Ma la questione non piace ai pugliesi che sottolineano come “700 allievi in meno per Taranto significano non solo 700 allievi che possono spendere qualche spicciolo durante il mese di formazione, ma soprattutto la mancata permanenza di parenti e amici per assistere al giuramento con gravi conseguenze economiche per l’intero indotto (tassisti, albergatori, ristoratori, etc)”. Per recarsi a Taranto, inoltre, i corsisti e le famiglie, in occasione dei giuramenti, non affronterebbero spese importanti soprattutto se si considera che la maggior parte degli allievi provengono dal Sud Italia, ma fondamentali per l’economia della città pugliese.
Diverso, invece, in caso di trasferta in Sardegna. I soli allievi, per recarsi sull’isola spenderebbero cifre che ruotano intorno ai 300 euro, tutte a carico delle famiglie. Soldi che, dunque, non alimenterebbero l’indotto economico anche a causa del sistema stipendiale del No.I.Pa, che liquiderà le prime buste paga dopo 4 mesi. Il salasso per le famiglie dei corsisti, invece, potrebbe essere ancora più alto se si considera che, in caso di viaggio andata e ritorno in occasione del giuramento, il costo sale a circa 500 euro. “Le famiglie, per lo più meridionali – spiegano alcune fonti – che con una modesta spesa sarebbero arrivati a Taranto ed eventualmente tornarci a basso prezzo come turisti, si troveranno a rinunciare a presenziare ai giuramenti. Come potrebbero i familiari spendere, se fortunati, circa 500 euro di viaggio di andata e ritorno oltre a quelli spesi per mandare i propri figli a frequentare il corso?”.
Secondo fonti ministeriali lo spostamento sarebbe dovuto a questioni logistiche. Si manderebbero via i VFP1 per far posto ai corsi di alcuni militari provenienti dal Qatar e ad una cinquantina di marescialli. Ma per risparmiare risorse economiche ed umane, solo quattro anni fa, tali corsi furono trasferiti dal vecchio Maricentro, in pieno centro città, alle scuole Sottufficiali situate a pochissimi chilometri.
Sempre in tema di aggravi nei bilanci del comparto difesa, stando a quanto si apprende dalle delibere del Cocer di un paio d’anni fa, la scuola de la Maddalena necessita di grandi ristrutturazioni per tornare ad essere pienamente operativa, ed i costi andrebbero a gravare ulteriormente sui contribuenti.
La scelta dell’ex ministro della Difesa, dunque, pare andare nel senso di favorire la Sardegna a discapito della Puglia e degli stessi allievi della Marina. Un aspetto che emerge anche in un passaggio dell’interrogazione parlamentare presentata da Labriola: “Inoltre – si legge – dall’articolo risulterebbe che l’accordo sia stato probabilmente il frutto di «buoni rapporti instaurati a suo tempo» tra il ministero della Difesa e l’ente locale interessato; non risulta peraltro, a quanto consta all’interrogante, che siano stati precedentemente interpellati o informati gli amministratori locali tarantini che avrebbero saputo il tutto solo attraverso stampa, come dichiarato nei giorni scorsi alcuni consiglieri comunali di maggioranza della città”. Il malumore dunque cresce e la polemica si è inasprita a anche dopo le dichiarazioni dell’esponente del Movimento Cinque Stelle, Alessandra Ermellino, rilasciate ad una tv locale con cui, in qualche modo, ha avallato la decisione della Pinotti. Una posizione strana quella della parlamentare pentastellata viste anche le critiche mosse proprio al lavoro dell’ex Ministro negli anni scorsi.
In ogni caso, la speranza di Taranto al momento è legata alle decisioni che potrebbero prendere l’attuale ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, a cui si chiede di “lasciare i volontari a Taranto” e creare “alternative di sviluppo a La Maddalena in accordo con la Regione Sardegna”.