I consigli del ginecologo sulle gravidanze degli adolescenti. Quelli dello psicologo per contrastare l’ansia. E anche qualche suggerimento per i problemi sotto le lenzuola. Su internet vi sono migliaia di siti web che offrono assistenza e informazioni farmaceutiche/sanitarie. Le domande però sorgono spontanee: sono affidabili? Sono verificabili le informazioni? E i controlli? Vari stati Europei disciplinano le vendite dei farmaci online. Le aziende farmaceutiche provano ad adeguarsi all’era digitale sviluppando siti di informazione medica nei quali si possono consultare varie informazioni per i farmaci prodotti. L’informazione medica è disponibile 24 ore su 24. L’approccio digitale di conoscenza scientifica potrebbe o non potrebbe essere migliore rispetto alla tradizionale figura dell’informatore medico?
La situazione in Italia
In Italia, con il decreto legislativo 219/2006 nessun medicinale può essere immesso in commercio sul territorio senza aver ottenuto autorizzazione dall’Agenzia Italiana del Farmaco o da un’altra autorità comunitaria. Pertanto se vi è una legislazione attenta e attiva verso i farmaci, come ci si pone verso l’informazione scientifica?
Il caso Regno Unito
In Gran Bretagna esiste un apposito albo per la vendita online previa ricetta medica telematica. Ma fin dove è utile tale servizio? Numerosi siti propongono soluzioni farmacologiche su patologie anche serie. E così il proliferarsi di “medicina fai da te”, unità alla possibilità di comprare farmaci on line, impongono una seria e approfondita attività di monitoraggio e controllo.
Agli inizi dell’ultimo decennio, in Inghilterra, le prime aziende farmaceutiche svilupparono piattaforme “self-service” di Health Care Professional, definite “siti web Medical information”. L’idea iniziale era quella di fornire un percorso multi-canale veloce e chiaro per l’accesso alle informazioni. Fornire informazioni medico-scientifiche 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, con un semplice clic del mouse, avrebbe permesso ai tanti operatori sanitari di velocizzare l’attività evitando le visite dell’informatore farmaceutico.
I portali permettevano “al cliente”, mediante la pagina di ricerca, la consultazione su determinati aspetti del farmaco. Gli utenti erano tenuti a registrare e confermare il loro ruolo nel settore sanitario prima di accedere al sito, così da evitare accessi inappropriati ai contenuti e caratteristiche del prodotto.
Inizialmente i siti funzionavano efficacemente e realmente nel fornire assistenza, ma nel tempo le statistiche d’accesso dimostrarono che avvenivano circa 30 ricerche al mese con solo un download.
Le ragioni? Probabilmente le nuove tecnologie non aiutarono il sito web da cui si poteva accedere solo attraverso il desktop e non, ad esempio, attraverso una piattaforma mobile come smartphone o i-pad. Inoltre, a domande molto dettagliate corrispondeva un’elevata percentuale di “ricerche fallite”.
Le esigenze sono complesse e spesso necessitano di risposte molto specifiche. Si richiedono spiegazioni “personalizzate” e un “documento standard” non è sufficiente. Gran parte del lavoro dell’informatore medico consistente nel gestire le aspettative di professionisti sanitari e fornire informazioni utili per un caso specifico, non potrà essere sostituito da “risponditori standardizzati e automatici”. Un documento con molti dati ma senza spiegazione è di scarso aiuto per tutti. Risulta quasi ovvio che sia più semplice per un operatore del settore o un potenziale cliente, alzare la cornetta o inviare una e-mail alla casa farmaceutica produttrice di quel dato farmaco per avere risposte adeguate.
I siti di informazione medica sembrano trovare poco appeal e gli utenti preferiscono un approccio fisico rispetto a quello digitale. Ma una tecnologia più aggiornata (ad esempio un sito web di informazione medica con dati provenienti da varie aziende) potrebbe essere la nuova frontiera.