“Bello ciao”. Così il quotidiano israeliano Haaretz commenta la vittoria del No al referendum costituzionale e le conseguenti dimissioni annunciate dal premier Matteo Renzi nella tarda serata di domenica. “Quest’anno due giovani e ambiziosi primi ministri hanno scommesso tutto su un referendum – scrive Haaretz – e hanno perso”. “L’Europa – continua il quotidiano d’Israele – dice addio a due dei suoi maggiori leader (Renzi e l’ex primo ministro britannico David Cameron, ndr)” e apre le porte a un’ondata di populismo in continua crescita.
Ma ancor prima di una nuova deriva populista, ciò che ormai da mesi tiene con il fiato sospeso la stampa estera è la situazione economico-finanziaria dell’Italia e, conseguentemente, di tutta l’Europa. Parola d’ordine: incertezza. Tuttavia, mercati e spread, al momento sono sotto controllo. In borsa, però, crollano i titoli bancari. “La più immediata e concreta preoccupazione per l’Italia – si legge sul quotidiano finanziario britannico Financial Times – riguarda gli istituti di credito”. Il risultato del referendum, ad esempio, – continua il Ft – mette in discussione il progetto di ricapitalizzazione della terza e più fragile banca del paese, Monte dei Paschi, programmato subito dopo il voto”.
Forte preoccupazione per la situazione italiana emerge anche dalle pagine del quotidiano finanziario di New York The Wall Street Journal. “Il voto di domenica sul referendum – osserva il Wsj – rinforza la spaccatura sempre più ampia, in Italia, tra il contesto economico necessario per sostenere la moneta unica europea e la crescente marea del populismo nel continente”. Con le sue dimissioni – continua il quotidiano newyorkese – Renzi ha inaugurato un periodo di forte instabilità nel paese”.
Di più ampie vedute il quotidiano spagnolo El Pais, secondo cui la sconfitta di Renzi apre nuovi dubbi e perplessità non solo sulla situazione italiana ma “sull’ intero progetto europeo”. “Il premier fiorentino – si legge sul quotidiano di Madrid – in un solo mese è passato dall’ essere l’ultimo leader politico straniero festeggiato dal presidente Barack Obama alla Casa Bianca al responsabile di una manovra che ha diviso l’Italia e l’ha messa di fronte a un futuro incerto”. “Matteo Renzi – scrive ancora El Pais – ha giocato forte, ha perso in modo clamoroso e non ha neppure aspettato la fine del conteggio dei voti per presentare le sue dimissioni”.
In Francia Le Monde titola con “Italia: Renzi si dimette dopo il massiccio rifiuto della riforma costituzionale”, e presenta analisi sui possibili futuri scenari e sulle opposizioni politiche, mentre Le Figaro propone approfondimenti sul “Movimento 5 Stelle, attuale laboratorio di populismo transalpino” e sulle conseguenze economiche del voto. Toni più severi per il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung che definisce la sconfitta al referendum del primo ministro italiano “Il Fiasco di Renzi”. “Il premier – spiega Sueddeutsche Zeitung – ha voluto giocare con il referendum, ma in questo modo ha messo in pericolo un intero paese. Secondo l’altro quotidiano di Berlino, invece, Frankfurter Allgeimeine Zeitung (Fa) la colpa è degli elettori: chi votato contro la riforma costituzionale “non ha pensato al futuro dell’Italia”.
Per il quotidiano britannico The Guardian, infine, le dimissioni di Renzi arrivano in un momento in cui l’Italia “è impegnata a gestire una serie di questioni importanti non presenti sulle schede elettorali: l’emergenza migratoria del Mediterraneo in cui il paese si sente abbandonato dall’Europa, la crisi del settore bancario ancora non risolta, la disoccupazione e il debito pubblico pari al 132 per cento del Pil, con nessuna soluzione in vista”. Secondo il quotidiano di Londra, inoltre, la vittoria del No al referendum non necessariamente corrisponderà a una vittoria alle prossime elezioni dei suoi più convinti sostenitori, Beppe Grillo e Matteo Salvini nello specifico, perché non è detto che il 59,6 per cento degli italiani che ha votato contro il ddl Boschi si tramuterà automaticamente in voti a loro destinati. Come dire: la vittoria (del NO) c’è. Sono i vincitori che, almeno per il momento, hanno il volto appena un po’ sfocato.