“Lavora con noi” è la sezione più cliccata del portale online degli 007 italiani. Non potrà mai, per forza di cose, essere trasparente, ma l’approccio alla comunicazione dei servizi segreti è cambiato. Il mondo dell’intelligence si apre all’università, alle competenze dei più giovani e in generale al pubblico.Le visualizzazioni complessive del sito sono arrivate a più di 4 milioni, con 1,5 milioni soltanto nell’ultimo anno, periodo in cui gli attentati in Europa hanno colpito duramente.
Un altro dato conferma l’interesse per l’attività dello spionaggio: nelle settimane degli attentati a Bruxelles e Parigi le visualizzazioni giornaliere hanno toccato quota 1500. La trasformazione è cominciata tre anni fa, il 18 giugno 2013, giorno in cui il sito del Sistema di Informazione per la Sicurezza ha cambiato volto in seguito alla riforma del 2007.
La legge 124 che rinnova la comunicazione nell’ambito della pubblica amministrazione ha aperto, se non le porte, le finestre nella comunicazione dei servizi segreti. Il nuovo corso ha permesso a una trentina di giovani, ragazzi e ragazze, di realizzare il sogno di seguire le orme degli eroi dei romanzi di Fleming e Clancy. Ma la vita di chi fa parte dell’intelligence non è più quella che si immagina. Le competenze più richieste sono quelle cyber, che permettono di contrastare lo spionaggio informatico e la propaganda di Daesh.
La formazione di chi prova a entrare è il requisito più importante. L’apertura al mondo universitario si occupa proprio di questo: aumentare il livello di competenza dei nuovi agenti. E se i giovani sembrano aprirsi al mondo delle spie, il lavoro dello 007 non dispiace nemmeno ai loro genitori.
Un rapporto Eurispes del 2015, su un campione di 1.162 intervistati, individua un 36,3% di genitori che approverebbe la scelta del figlio di diventare agente segreto, a fronte del 16,9% che la accetterebbe con riserva e del 12,6% che non sarebbe d’accordo con la decisione. Dallo stesso istituto di rilevazione arriva un numero che da ragione all’idea di aprirsi al pubblico: il 65% degli italiani ha fiducia nei servizi segreti, un dato in crescita di due punti rispetto all’anno scorso.
Il percorso di “apertura al pubblico” dei servizi ha messo le sue radici fin nelle scuole primarie. Grazie a una collaborazione con il Miur, il Dis, Dipartimento per le Informazioni sulla Sicurezza, ha premiato lo scorso anno tre scuole elementari, da Nord a Sud, nell’ambito del concorso “Disegna l’Intelligence”.
Non saranno più come James Bond, ma le spie hanno mantenuto lo stesso fascino di un tempo.