“Dal 2013 abbiamo continuato a lavorare. Abbiamo diviso il lavoro, stiamo collaborando con il gruppo francese del professor Couvreur, titolare del brevetto. A Torino abbiamo continuato a fare ricerca di base lavorando su queste nano particelle in particolare in campo anti tumorale e ci siamo dedicati ad aumentarne l’efficacia. L’obiettivo è quello di diminuire sempre di più gli effetti collaterali della chemioterapia“. La dottoressa Barbara Stella, nonostante non abbia ricevuto i finanziamenti per passare dalla sperimentazione animale a quella sull’uomo, continua a lavorare per la ricerca contro il cancro.
L’obiettivo principale della nano-capsula su cui ha lavorato con il dottor Luigi Cattel sarebbe quindi quello di colpire direttamente le cellule malate?
“Esatto, abbiamo potuto constatarlo con una tecnica che prevede che le molecole diventino fluorescenti. Si è evidenziato così che le cellule colpite erano solo quelle malate che venivano direzionate in maniera selettiva. Il farmaco legava solo con quelle malate. Abbiamo fatto anche dei test sui topi e si è visto che effettivamente il tumore cresce molto meno sui topi trattati. Abbiamo applicato questa tecnica anche per studiare delle cure a malattie neuro-degenerative e stiamo studiando. Abbiamo ottenuto anche dei finanziamenti dalla Cassa di risparmio di Torino e stiamo andando avanti con il progetto”.
Collabora ancora con il dottor Cattel?
“Lui è andato in pensione da 4 anni, e adesso siamo un gruppo di 4 persone e ci occupiamo di cose diverse, di aspetti diversi ma sempre con l’obiettivo di occuparci di direzionare farmaci anti-tumorali e ci stiamo allargando anche ad altri tipi di farmaci come gli anti-ossidanti. Abbiamo ottenuto finanziamenti non- europei però a livello locale continuiamo a scrivere progetti, andiamo avanti e pubblichiamo anche su riviste importanti”.
Lei pensa che se fosse commercializzata, il costo della nano-capsula quanto varierebbe rispetto alla chemio-terapia?
“Sarebbe comunque una terapia endovenosa, per cui avrebbe comunque un certo costo. Questi sistemi sono magari più efficaci ma comportano costi maggiori. Questi nuovi farmaci sono sempre più costosi, sempre più selettivi, efficaci ma costosi. E quindi è difficile che si scenda come costo. Sicuramente non ci sarebbe più bisogno di darne cosi tanto come prima”.
Questi farmaci possono essere considerati più che una cura un mantenimento?
“Potrebbe anche diventare una cura, ma per ora nei topi rallentava la crescita. Per adesso non parlerei ancora di guarigione. Sicuramente diminuisce tantissimo la crescita tumorale”.