Imprese culturali e Mibact, è guerra. il ministro Franceschini pronto a scalzare i privati per affidare tutti i servizi in musei e siti culturali a una super agenzia pubblica pronta a gestire 200 milioni di euro, ma i privati non ci stanno e ricorrono a Cantone. Ofcs.Report ha fatto il punto sull’attuale scontro per l’affidamento di appalti e gare.
Circa 200 milioni di euro, che fanno gola ai privati, e che vogliono garanzie per la partecipazione a gare e appalti ormai in vista dopo le continue proroghe. Lamentano la presunta posizione di vantaggio delle due società a totale capitale pubblico, Ales e Arcus che il Mibact ha recentemente accorpato e che con le modifiche statutarie e il nuovo assetto ministeriale non avrebbero concorrenti. Tuttavia il ministro Dario Franceschini sta lavorando alla costruzione di una struttura pubblica che possa gestire dalla caffetteria alla biglietteria, passando per i servizi di gestione e recupero dei beni culturali italiani.
Una super agenzia pubblica, insomma, nata dalla volontà di Franceschini e sostenuta dal Governo ufficialmente per “ottimizzare e razionalizzare” le funzioni di supporto al Ministero. E che pare anticipare i tempi anche in vista della riforma costituzionale che rimodulerebbe anche le competenze sinora concorrenti in materia di beni culturali e turismo tra Stato e Regioni.
Ofcs.Report ne aveva già parlato due mesi fa di questo intento ministeriale per la super agenzia pubblica con la società Ales (circa 40 milioni a bilancio, dal 2011 in crescente attivo) che ha ora incorporato anche Arcus, l’altra società al 100% di proprietà Mibact. Quest’ultima seppur più ridotta di organico (circa 15 dipendenti), dispone e gestisce un vero e proprio tesoretto: nelle sue casse confluisce, per legge, il 3% delle spese statali per infrastrutture e grandi opere.
Un impegno preciso per questa società pubblica che dovrebbe spendere per statuto in “arte, cultura e spettacolo”, ma che con gli interventi del Governo si ritrova a fare da cassa anche per i circa 70 milioni di euro finora ottenuti per il decreto ArtBonus.
Rottamato il vecchio cda dell’Ales, diretto dall’ex segretario generale Mibact Giuseppe Proietti, la nuova struttura di governo, nominata dal Ministero, é composta da uno staff “tecnico”. Amministratore delegato è Mario De Simoni, già direttore generale dell’Azienda Palaexpo di Roma. C’è poi Debora Rossi, direttrice risorse umane alla Biennale di Venezia e Marco Macchia, 40 anni, avvocato esperto in diritto amministrativo e docente universitario. Ales nasce nel 1997. Il suo compito si è limitato per anni a gestire, qualche centinaia di lavoratori socialmente utili. Arcus nata per fini più tecnici nel 2004, nei primi anni della sua costituzione, é stata al centro di inchieste ed indagini della Corte dei Conti che lamentava utilizzo di fondi per presunti fini clientelari.
Nel 2011 Arcus e soprattutto Ales sono state censurate dall’Autorità di vigilanza sui servizi pubblici che si è richiamata anche al rischio che venissero alterate le norme europee sulla concorrenza.
Ales si è però sempre occupata di servizi con personale d’ordine: guardiania, sorveglianza, manutenzione, pulizia, giardinaggio ecc. in musei, siti archeologici e palazzi del Mibact. Per ora non ha personale di profilo specialistico, quindi si limita all’esecuzione di compiti operativi per integrare il personale spesso carente del Mibact. I programmi del ministero dei beni culturali sono molto ambiziosi, come ha più volte ribadito il ministro Franceschini richiamando la necessità di attuare quanto previsto dallo Statuto del 2011 che prevede un lungo elenco di compiti che Ales intende svolgere, in Italia e all’estero.
Potrà farlo con il suo personale (quindi direttamente su incarico del Mibact) o attraverso gare pubbliche. L’elenco comprende tutto ciò che riguarda i servizi aggiuntivi e non solo: gestione di musei, siti archeologici e biblioteche, centri di ristoro, bookshop, attività editoriali di ogni genere, mostre, merchandising, attività di formazione, comunicazione, call center, ricerche, consulenze e (ora che è stata assorbita Arcus) anche tutela e recupero di beni culturali, progetti di restauro, esecuzione di campagne di scavi, fundraising, pubblicità.Con la nuova riformulazione il Mibact può affidare direttamente alla sua società «in house» i servizi di cui ha bisogno senza gare pubbliche, come deve invece avvenire per le società private.Un momento davvero difficile per queste imprese che rischiano seriamente. Le proroghe concesse in attesa di fare gare mai espletate ma sempre rinviate, seppur incaricate al Consip, danno chiara la visione del Mibact e della gestione politica che punta ad affidare direttamente i servizi alle società in house. Una modalità che sarebbe ulteriormente rafforzata con i poteri affidati ai nuovi super direttori nominati da Franceschini.
Oggi, per esempio, ognuno dei superdirettori dei 30 musei autonomi (i 20 iniziali a cui si sono aggiunti altri musei archeologici) potrebbe scegliere la gara pubblica (quando ci sarà) rivolta alle società private che agiscono nel settore oppure l’affidamento diretto alla nuova Ales tramite Mibact. Il ministro Franceschini si ispira al modello francese della “Réunion des musées nationaux” francese, che difatti gestisce praticamente tutto ciò che riguarda i beni cultuali in Francia. Un esempio che non piace ai privati che hanno annunciato guerra a colpi di ricorsi e interpelli.