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Criptovalute: cosa si prepara nel sottobosco delle Banche Centrali
Criptovalute: cosa si prepara nel sottobosco delle Banche Centrali
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Criptovalute: cosa si prepara nel sottobosco delle Banche Centrali

Il successo di Tether e i progetti della Cina

27/04/2020 9:00 AM Marco Dal Prà comments

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Se c’è una cosa che si sta preparando nel sottobosco delle Banche Centrali è la digitalizzazione delle valute nazionali. È infatti fin troppo evidente che le valute come bitcoin, nata nel 2008 come moneta complementare ed indipendente dai governi, hanno dalla loro parte il funzionamento senza frontiere, a costi bassissimi e con velocità ineguagliabili da parte del sistema bancario, costituendo un forte stimolo all’innovazione anche per le Banche Centrali. Ecco quindi che la Banca Centrale cinese, per stare al passo, è da tempo che sta lavorando ad un progetto per creare una propria “criptovalute di stato”, lo Yuan Digitale, spiazzando tutti gli altri paesi del mondo che sembrano sonnecchiare, Europa e Stati Uniti compresi. E per non farci mancare nulla, nel mese di aprile, nonostante il mondo sia funestato da tutte le problematiche dovute al coronavirus, la Banca Centrale di Pechino ha fatto circolare alcune immagini che dimostrano che la App per utilizzare lo Yuan digitale con lo smartphone è già in fase avanzata.

Il successo di Tether

Chi non segue il mondo delle criptovalute magari questa grande innovazione non la vede, ma basta analizzare il successo di Tether per capire la rivoluzione che sta arrivando. Tether è una criptovaluta agganciata, dal punto di vista informatico, a bitcoin. Ma a differenza di bitcoin, che ha un tasso di cambio con fluttuazioni molto violente, ha un valore stabile. È infatti una valuta digitale ancorata al dollaro, tanto da essere chiamata “Stablecoin”. In parole semplici si tratta di una rappresentazione digitale di dollari reali che sono depositati in una banca. Sono cioè “numeri virtuali” ma con copertura bancaria, perchè la società che li emette deposita un dollaro in banca ogni qualvolta un utente richieda o acquisti un Tether.

Ma i Tether hanno un altro elemento che li contraddistingue: non sono legati ad un conto corrente nominativo, ma hanno la stessa “filosofia” della criptovaluta bitcoin, cioè sono contanti elettronici, veloci e senza nessuna burocrazia. Tether, inoltre, eredita da bitcoin un’altra caratteristica, un’innovazione tecnologica che deriva dalla globalità di internet: quella di essere una valuta senza frontiere. Significa che si possono spostare indifferentemente uno o 100 milioni di “tether-dollari” da una parte all’altra del pianeta senza dover passare nessun controllo doganale o frontiera. Tutto nell’arco di pochissimi istanti. Un libretto al portatore con una potenza inimmaginabile, tanto che gli scambi hanno raggiunto e superato i 50 miliardi di dollari giornalieri, anche grazie agli operatori finanziari che li usano come valuta di appoggio per il trading sulle criptovalute. Numeri che iniziano ad essere imponenti. La capitalizzazione di mercato di Tether ad aprile 2020 ha superato i 6 miliardi di dollari.

Criptovalute di Stato

Tra i principali utenti di Tether ci sono molti cinesi, che la usano sia per il trading nei mercati “finanziari” delle criptovalute ma anche per il commercio più tradizionale. Il governo cinese deve essersi reso conto del fenomeno e soprattutto deve aver notato come questa tecnologia sia enormemente superiore rispetto al tradizionale sistema bancario, sia in termini di bassi costi sia in termini di elevata velocità. L’amministrazione di Pechino è infatti fortemente attenta a tutto quello che può espandere la propria economia ed è sempre pronta a fare i salti mortali per supportare le proprie aziende. Adottare per la Cina una “criptovaluta di Stato” prima di tutti gli altri, potrebbe essere una carta vincente per sottrarre al dollaro ampie fette di mercato e rafforzare la propria economia ed i propri commerci, nonché portare lo Yuan anche dove finora sarebbe stato impensabile.

Se questo passo sarà portato avanti con decisione, entro il 2021 si vedranno cambiamenti importanti nello scacchiere delle valute mondiali.

 

 

 

 

Link Utili

  • Marco Dal Prà scrive articoli e tiene seminari online sulla tecnologia sottostante le criptovalute; informazioni si trovano in questo sito oppure lo si può contattare via mail.
  • Per informazioni sulla criptovaluta cinese si rimanda a questo articolo di Cryptonomist.
  • Tags
  • banca centrale
  • Bitcoin
  • cina
  • criptovaluta
  • tether

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Marco Dal Prà

Veneziano, anzi, Mestrino. Sposato. 5 figli. E' iscritto all'ordine dei Periti Industriali di Venezia dal 1986. Nello stesso anno ha programmato la sua prima automazione, un sistema (nel gergo, PLC) che gestiva una catena di imbottigliamento. E' così che ha iniziato il mestiere di programmatore nel mondo dell'automazione, attività che ha proseguito per circa 20 anni, in un settore in costante evoluzione, un lavoro che lo ha portato a muoversi sia in Italia che all'estero e con il quale ha potuto vedere numerose realtà industriali: dal settore cosmetico a quello delle motociclette, dalla gommapiuma alle centrali elettriche, dai metalli in polvere alle gru portuali. Sul finire degli anni '90 si è occupato prevalentemente di automatizzare gli impianti di musei ed edifici pubblici, compresi sistemi di sicurezza e relativi protocolli di comunicazione. Nel 2006 si è spostato nel settore della progettazione di grandi centrali di produzione elettrica da fonti rinnovabili. Nel 2007 ha iniziato a pubblicare, a titolo gratuito, anche articoli e guide sull'energia e sull'automazione. Nello stesso periodo, forte della sua esperienza nelle reti, è anche entrato a far parte dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, con la quale ha presentato all'Autorità per l'Energia proposte di revisione delle tariffe elettriche, acqua e gas, proposte che gradualmente sono entrate a far parte delle bollette che ricevono tutte le famiglie italiane. Dal 2012 ha cominciato ad interessarsi a temi attinenti all'economia, materia che nel 2015 gli ha portato a scoprire l'esistenza di Bitcoin, un protocollo che ha molti punti in comune con le sue competenze nel mondo dei controllori industriali. Dal 2017, parallelamente al suo lavoro di professionista nell'impiantistica industriale, pubblica articoli sul tema criptovalute, sia per difendere i cittadini da truffe e iniziative fraudolente, sia per far comprendere la nuova tecnologia sottostante alle Blockchain.

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