Crescono i visitatori dei Musei Civici della Capitale con un’impennata del +20,14% nei primi quattro mesi del 2017, che conferma e quadruplica il trend positivo dello scorso anno, del +5,6%. Da gennaio ad aprile si è registrato un incremento sui visitatori totali che tocca il picco del +22,72% solo per i musei a pagamento e con una particolare preferenza del pubblico verso le piccole realtà espositive. Con questi dati di accessi, gestiti direttamente dal Campidoglio tramite Zètema, si è avviata una stagione brillante grazie alla programmazione di mostre di grande attrattiva come ‘Artemisia Gentileschi e il suo tempo’, che ha staccato ben 127.163 biglietti dal 30 novembre 2016 al 7 maggio 2017 al Museo di Roma Palazzo Braschi. Significativa performance anche per ‘Vivian Maier, ‘una fotografa ritrovata’, in corso al Museo di Roma in Trastevere, con oltre 38.000 visitatori al suo attivo. Ma il successo lo si deve ad una vasta offerta di eventi di animazione dei musei a pagamento e gratuiti, all’importante riscontro di pubblico delle domeniche gratuite per i residenti a Roma e nella città metropolitana, all’ampliamento e al restyling di alcuni spazi museali, come il Museo di Roma Palazzo Braschi completamente ripensato o la Centrale Montemartini che ospita nuovi capolavori e persino un treno, quello di Pio IX.
A rendere noti questi risultati sono stati il vicesindaco Luca Bergamo, l’ad di Zètema Albino Ruberti, che dopo 19 anni lascerà l’incarico, e il Sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce. “I dati che presentiamo – ha spiegato il braccio destro di Virginia Raggi – costituiscono un elemento di soddisfazione non solo per l’aspetto quantitativo ma anche qualitativo, per il fatto cioè che siamo riusciti a dare costante impulso ai Musei Civici di Roma senza stravolgerne la natura e dando la possibilità alla popolazione di accedere alla fruizione in modi nuovi, sviluppando così il capitale sociale della nostra città”. Ma la democratizzazione della cultura, resa accessibile alla maggior parte dei cittadini, se non a tutti, provoca qualche dubbio. É Bergamo stesso a sollevarlo: potrebbe prevalere il pregiudizio che una cosa che non si paga non valga? “Ci vorrà ancora un po’ di tempo per modificare questa falsa percezione, ma stiamo facendo un calcolo – ha annunciato – per introdurre la gratuità dei Musei Civici per i cittadini romani”.
“Oltre all’aumento dell’affluenza – ha sottolineato Presicce – c’è stato un aumento significativo anche per quanto riguarda gli incassi: nell’anno precedente, 2015-2016, era stato dello 0,9% in più, un dato rilevante se teniamo conto delle difficoltà che l’economia italiana ha attraversato. Ma il dato che fa particolarmente piacere – del +20,14% dei visitatori del primo quadrimestre 2017 – confermato anche dal mese di maggio, si deve a tanti fattori: da un lato ci sono i nuovi visitatori e dall’altro i turisti che vengono da tutti il mondo. Si tratta di un dato ancorato alle nuove proposte e all’ampliamento del pubblico”. “Infatti – ha proseguito il Sovrintendente capitolino ai Beni Culturali – stiamo realizzando un nuovo spazio alla Centrale Montemartini perché abbiamo verificato che le mostre sono particolarmente fertili e consentono una rinnovata fruizione delle opere disperse negli anni e recuperate dai depositi risistemandole nei percorsi di recente creazione”. Nel Museo sull’Ostiense i biglietti staccati nel 2015 sono stati 44.069, mentre nel 2016 sono diventati 59.173.
E per i mesi a venire sono tante le novità nei poli espositivi comunali: tra esse il bando per la valorizzazione dell’area archeologica di Circo Massimo con la realtà aumentata, da inizio 2018; l’esposizione ‘Piranesi e la ‘fabbrica dell’utopia’ a Palazzo Braschi dal 16 giugno; mentre al Museo dell’Ara Pacis, dal 12 ottobre, sarà la volta del grande evento ‘Hokusai, ‘Sulle orme del Maestro’, dedicato all’artista giapponese Katsushika Hokusai. In programma anche una mostra ai Mercati di Traiano, da ottobre, per celebrare i 1.900 anni della morte dell’omonimo imperatore. Ma non è finita. Dal 10 novembre, dopo il successo della mostra ‘Roma Pop City 60-67’, tornano al Macro i favolosi Sixties con la rassegna ‘Roma 68’, a seguire ai Musei Capitolini dal 7 dicembre prenderanno avvio gli anniversari winckelmanniani con ‘Il tesoro di antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento’.
Per i prossimi appuntamenti il comune denominatore è rendere i musei degli spazi sempre più aperti e inclusivi: con questo obiettivo l’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, vuole procedere sulla buona strada tracciata con ottimi risultati negli ultimi mesi, realizzando eventi in fasce orarie differenti per raggiungere diverse tipologie di pubblico, coinvolgendo le istituzioni cittadine, i giovani artisti, e puntando sempre di più sull’innovazione tecnologica.
“Stiamo riuscendo a raggiungere i non visitatori dei musei – ha rilevato Ruberti – infatti il 50% degli italiani, secondo le rilevazioni, non è mai stato in un museo. Tentiamo con l’azzardo della pausa pranzo o della realtà aumentata ai Fori o con l’uso dei social network, proprio perché in questi anni abbiamo puntato a sperimentare e innovare. La soddisfazione più bella per noi che organizziamo è vedere che le persone capiscono e apprezzano. E la nostra ambizione è quella di non fermarci a questi risultati: nel 2017 puntiamo all’obiettivo dei 2 milioni di visitatori”. “Ritornare a un contratto di servizio triennale – ha aggiunto l’ad di Zètema lungamente applaudito – non è importante solo per l’azienda ma anche per l’amministrazione e per la città, ridà un senso di programmazione e la possibilità di lavorare sulle riaperture degli spazi espositivi come i Musei Capitolini o il Circo Massimo. Arricchisce l’offerta, consente di diversificarla, e in questo modo Roma investe sul proprio patrimonio culturale nella consapevolezza che è un dovere e ci sono tutte le condizioni per farlo”. “Questo va continuato – ha auspicato – per farne un punto di partenza per tutto quello che c’è ancora da fare di qui a tre anni”.