Estate 2023, fa caldo. E che caldo! Una fornace, o meglio, una “città infernale” riferita alla nostra Capitale, come definita dall’autorevole Times, il prestigioso quotidiano britannico. I citati britanni, così come i loro parenti stretti d’Oltremanica, spesso dimenticano di essere semplicemente delle evolute province dell’Impero romano che, senza remore, non trovano altra strategia di rivincita che quella di denigrare ogni rilevanza della Penisola italica.
Ma torniamo a noi, dove gli imbecilli non mancano di certo.
Nell’ultimo mese si è assistito ad un esponenziale aumento delle speculazioni sull’ondata di calore che sta investendo il nostro Paese, con titoloni in prima pagina dei quotidiani, aperture dei telegiornali dedicate, chat sulle piattaforme del web, servizi insulsi con interviste a ignari passanti ovviamente sudati e provati dalle alte temperature.
Non stupisce neanche l’annuale campagna di “consigli e raccomandazioni” dedicate agli anziani, ai bambini e agli animali, nella quale si sottolineano le solite banalità alle quali anche una capra, istintivamente, giungerebbe ad adeguata conclusione, con tutto il rispetto per il mammifero bovide.
Ma per concretizzare lo scritto, è d’obbligo sostenere la critica a questi analfabeti funzionali, con dati indiscutibili che andiamo a ripercorrere con le citazioni d’obbligo, anche per alleggerire l’argomento e soprattutto preoccupazioni e speculazioni.
Dunque, iniziamo dall’agenzia di stampa ANSA che testualmente ieri riportava: “Roma rovente domani potrebbe battere un record: secondo la mappa fornita da www.ilMeteo.it, nella capitale sono previsti 4 gradi in più sulla massima dell’estate 2003, con un balzo da 38°C a 42°C. Temperatura che potrebbe dunque superare quella registrata il 28 luglio 1983, con la stazione meteorologica di Roma Ciampino che fece registrare 39,4 gradi e la stazione di Roma Urbe fece registrare addirittura 40 gradi”.
Un altra “pillola di saggezza” è quella, più datata, del Corriere della Sera: “È l’estate più torrida degli ultimi 50 anni. Se l’estate 2002 è stata la peggiore del secolo per il numero incredibile di eventi catastrofici sulla Penisola, quella 2003 risulterà forse la più calda del secolo, come lascia intuire il bilancio di giugno-luglio. Giugno: due ondate di caldo al Centro-Nord per complessivi 18 giorni, un’ondata da caldo al Sud (la terza dall’inizio dell’estate) dal 23 giugno al 4 luglio; temperature notevoli su molte città: 40 gradi centigradi a Catania e Reggio Calabria; 39 a Olbia e Crotone, 38 ad Alghero, Cagliari e Reggio Calabria; 37 a Bologna e Taranto; 36 a Milano, Perugia, Piacenza e Trapani. Su 39 località esaminate sono stati superati 269 volte i 34 gradi centigradi; la media delle temperature massime sulla Penisola è stata di 31 gradi, un valore mai raggiunto negli ultimi 50 anni. E luglio non è stato da meno: lunga ondata di caldo (la quarta dall’inizio dell’estate) dal 12 al 29; temperature notevoli su molte città: 41 gradi centigradi a Olbia; 40 a Reggio Calabria; 39 a Cagliari, Firenze, Alghero e Taranto; 38 a Perugia, Catania e Bari; 37 a Bologna, Crotone, Roma e Viterbo e Trapani; 36 a Palermo e Grosseto. Su 39 città sono stati superati 290 volte i 34 gradi centigradi; la media sull’Italia delle temperature massime è stata di 31,4 gradi centigradi, un valore che negli ultimi 50 anni in luglio è stato sfiorato solo nel 1983 con 31 gradi”.
Pertanto anche luglio è risultato alla fine il più caldo almeno degli ultimi 50 anni. E, se si tiene conto che anche giugno era stato il più caldo almeno degli ultimi 50 anni, è credibile che il bimestre giugno-luglio 2003 risulti il più caldo del secolo. Anzi dal 2 agosto l’Italia, dopo una breve parentesi, è ritornata sotto l’influenza di un’alta pressione, questa volta centrata sull’Europa continentale e puntualmente è iniziata un’altra ondata di caldo al Centro-Nord (la quinta dall’inizio dell’estate), che si concluderà solo tra venerdì 8 e domenica 10 agosto con l’arrivo di aria fresca dalla Scandinavia.
https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/08_Agosto/05/popcaldo.shtml
Per chi ha pazienza e, soprattutto, intende estraniarsi dalla lunga lista dei complottisti, consigliamo di ripercorrere con più fonti, l’andamento nel corso del tempo.
“Spesso il primato di “luogo più caldo d’Italia” viene attribuito a Catenanuova, provincia di Enna, perché lì, il 10 agosto del 1999, è stata registrata la temperatura record di 48,5 °C, considerata la temperatura più alta di tutta Europa.”“In Italia i maggiori effetti dell’ondata di calore si verificarono sulle regioni centro-settentrionali e in Sardegna, mentre invece su quasi tutte le regioni meridionali, seppur interessate dal caldo intenso, gli effetti furono più limitati rispetto ad altre ondata di calore.I picchi massimi di caldo furono registrati in Sardegna, mentre lungo la penisola le temperature massime più elevate furono registrate nelle pianure interne della Toscana. Il giorno 21[3][4] la stazione meteorologica di Guardiavecchia con 39,2 °C[5], la stazione meteorologica dell’aeroporto di Bolzano San Giacomo con 39,1 °C[6] e la stazione meteorologica di Milano Malpensa con 37,0 °C[7] facevano registrare i propri record di temperatura massima assoluta, mentre la stazione meteorologica di Torino-Bric della Croce con 32,4 °C[8] stabiliva il proprio record di temperatura massima mensile di luglio. Il giorno 22[9][10] la stazione meteorologica di Cagliari Elmas con 43,6 °C[11], la stazione meteorologica di Alghero Fertilia con 41,8 °C[12] e la stazione meteorologica di Carloforte con 39,2 °C[13] facevano registrare i propri record di temperatura massima assoluta. Sempre in Sardegna, nella stessa giornata le stazioni idrologiche di Sanluri e di Perdasdefogu raggiungevano una temperatura massima di 47,0 °C[14][15]. Il giorno 25[16][17] la stazione meteorologica dell’aeroporto di Reggio Calabria con 44,2 °C faceva registrare il proprio record di temperatura massima assoluta, anche se il suddetto dato è da ritenersi dubbio per probabile sovrastima viste le temperature massime contemporaneamente registrate dalle altre stazioni meteorologiche[18][19]. Il giorno 26[20][21] la stazione meteorologica di Firenze Peretola con 42,6 °C[22], la stazione meteorologica dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze con 41,6 °C[23], la storica stazione meteorologica di Arezzo San Fabiano con 41,5 °C[24] e la stazione meteorologica di Paganella con 25,0 °C[25] facevano registrare i propri record di temperatura massima assoluta, mentre la stazione meteorologica di Sarzana Luni con 36,4 °C[26] e la stazione meteorologica di Passo della Cisa con 31,8 °C[27] stabilivano i propri record di temperatura massima mensile di luglio.
Il giorno 27 è stato registrato il record di temperatura massima generale nazionale a 850 hPa[28][29], mentre al suolo la stazione meteorologica di Tarvisio con 37,2 °C[30], la stazione meteorologica dell’aeroporto di Albenga Villanova con 37,1 °C[31], la stazione meteorologica di Radicofani con 36,4 °C[32], la stazione meteorologica di Dobbiaco con 32,4 °C[33] e la stazione meteorologica di Passo Rolle con 25,4 °C[34] facevano registrare i propri record di temperatura massima assoluta; contemporaneamente, la stazione meteorologica di Elba-Monte Calamita con 34,3 °C[35] stabiliva il proprio record di temperatura massima mensile di luglio.
Il giorno 28[36][37] la stazione meteorologica di Città di San Marino nell’omonima repubblica con 39,9 °C[38], la stazione meteorologica di Roma Fiumicino con 38,6 °C[39], la stazione meteorologica di Campobasso Monforte con 37,4 °C[40], la stazione meteorologica di Ponza con 37,2 °C[41] e la stazione meteorologica di San Valentino alla Muta con 32,6 °C[42] facevano registrare i propri record di temperatura massima assoluta, mentre la stazione meteorologica di Roma Urbe con 40,0 °C[43], la stazione meteorologica di Roma Ciampino con 39,4 °C[44], la stazione meteorologica dell’aeroporto di Latina con 39,2 °C[45] e la stazione meteorologica di Bracciano Vigna di Valle con 38,5 °C[46] stabilivano i propri record di temperatura massima mensile di luglio. In Sardegna invece la stazione idrologica di Tempio Pausania, a causa di un vicino esteso incendio, raggiunse una temperatura di 49,0 °C che però non risulta omologabile per le condizioni in cui è stata registrata[47].
Il giorno 29 il record di temperatura massima generale nazionale a 850 hPa fu ulteriormente ritoccato[48][49], mentre al suolo la stazione meteorologica di Ancona Falconara con 40,5 °C[50], la stazione meteorologica di Piacenza Collegio Alberoni con 40,4 °C[51], la stazione meteorologica di Parma Università con 40,2 °C[52], la stazione meteorologica dell’aeroporto di Forlì con 40,0 °C[53], la stazione meteorologica di Bergamo Orio al Serio con 39,0 °C[54] e la stazione meteorologica di Milano Malpensa con 37,0 °C[7] facevano registrare i propri record di temperatura massima assoluta (nel caso della stazione aeroportuale di Malpensa veniva eguagliato il record assoluto stabilito otto giorni prima), mentre la stazione meteorologica di Bologna Borgo Panigale con 39,6 °C[55], la stazione meteorologica di Piacenza San Damiano con 39,4 °C[56], la stazione meteorologica dell’aeroporto di Cervia Pisignano con 39,0 °C[57], la stazione meteorologica di Ravenna Punta Marina con 38,4 °C[58], la stazione meteorologica di Milano Linate con 37,2 °C[59], la stazione meteorologica di Novara Cameri con 36,0 °C[60] e l’osservatorio meteorologico di Oropa con 28,8 °C[61] stabilivano i propri record di temperatura massima mensile di luglio.
Il giorno 30[62][63] la stazione meteorologica di Pisa San Giusto con 37,8 °C[64] stabiliva il proprio record di temperatura massima mensile.
Infine il giorno 31[65][66] il caldo risultava ancora molto intenso, con la stazione meteorologica di Dobbiaco che con 32,4 °C[33] eguagliava il proprio record di temperatura massima assoluta stabilito quattro giorni prima.
Nei primi giorni di agosto, le temperature si riportarono gradualmente verso i valori medi del periodo, grazie ai temporali che tra il giorno 2[67] e il giorno 3[68] si diffusero sulle regioni settentrionali.
Questa lunga ondata di calore fu preceduta nei mesi antecedenti dal fenomeno El Niño che aveva determinato il riscaldamento delle acque superficiali degli oceani che bagnano le coste dell’America del sud; tra i due effetti può esserci stata una strettissima correlazione visto che quest’ultimo fenomeno si verificò anche nei mesi che precedettero le estati del 1952, 1998, 2003 e 2015, anni in cui in Italia e nel resto d’Europa si sono raggiunti valori altrettanto elevati.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ondata_di_caldo_del_luglio_1983
40 gradi? Ma come si permettono di contraddire le statistiche dei palinsesti? Allora qualcosa non torna.
Annoiati dalla marea di dati e citazioni? Probabilmente sì, ma si è cercato semplicemente di dettagliare le informazioni rinvenute da fonti aperte a tutti, come la seguente, più datata: “Ci imbattiamo in una nuova estate calda, con un nuovo picco di caldo intenso e isoterme fino ad una +24°c/+25°c ma che citiamo soltanto in quanto anche stavolta ha colpito principalmente il meridione e il caldo nelle nostre zone potrebbe essere stato attenuato da un sole pallido e da venti più freschi di mare. E’ nel settembre dello stesso anno, un mese praticamente estivo, che un nuovo picco di caldo piuttosto intenso si è raggiunto per il periodo.
Un’ onda di caldo settembrina al momento seconda in assoluto solo a quella degli anni ’70! Arriviamo infine al 1988, per segnalare altre ondate di calore molto intense. Citiamo soltanto quella di inizio luglio quando una +28°c/+29°c ad 850 hpa ha invaso il sud Italia con temperature probabilmente fino a 45 gradi localmente. Di nuovo, le nostre zone sono state lambite, con una +23°c/+24°c sulle zone nord e una +24°c abbondante sul romano. Un’avvezione calda intensa più diretta per noi è arrivata ad agosto, seppur temporanea.
Ricordiamo che il termine di confronto per dire quali ondate di caldo estive rappresentano un caldo fuori scala per quello che abbiamo visto, è l’ondata di calore di inizio agosto 2017 quando entrò l’isoterma +27°C sui nostri territori. Quando vedremo gli ultimi 30 anni nel prossimo articolo saranno più chiare le potenzialità degli eventi qui riportati sulle carte. Da notare come degli anni ’80, a parte un’ondata di freddo marzolina, siano emerse intense ondate di caldo. Le estati degli anni ’80 sono tornate ai livelli di quelle di metà ‘800 per picchi estremi di calore, specie quello del 28 luglio dell’83″.
https://www.cemer.it/6-meteostoria-eventi-meteo-estremi-del-periodo-1960-1990/
“Temperature leggermente in calo dopo la giornata di ieri, 6 maggio 2015, di caldo intensissimo per la prima decade di maggio nella valle del Crati. In particolare la stazione del Centro Funzionale Multirischi ha registrato un valore massimo di ben 37,1°!Dagli archivi del centro, come evidenziano gli esperti di Meteo in Calabria, escludendo gli anni ante-guerra e quelli che vanno dal 1970 al 1986 (in quanto presentano alcune annate con dati molto dubbi), si può osservare come il precedente record della prima decade appartenesse al 7 maggio 1988 (durante una delle tre fiammate più intense del passato, cioè 35,5°. Quindi un record ritoccato all’insù di ben 1,6°!!!! Nello stesso archivio, interessanti risultano i dati registrati nel 1973 indicato come l’anno con prima decade di maggio più calda di sempre, sebbene ricada in quell’intervallo di anni in cui la stazione di Cosenza ha avuto un funzionamento dubbio. Facendo un controllo incrociato con le mappe NCEP e i dati di altre stazioni vicine, si possono comunque ritenere verosimili anche i dati di quell’anno: ebbene in quell’occasione, e per la precisione il 7 maggio 1973, si raggiunse l’incredibile temperatura di 38°, quindi leggermente più alta di quella registrata ieri. Se quello di ieri è stato record assoluto o no, rimarcano gli esperti di Meteo in Calabria, ha poca importanza: 37,1° sono, in ogni caso, un valore eccezionale per la prima decade di maggio, che a Cosenza città non è mai stato superato, e questo possiamo dirlo con certezza, dal 1973, quindi il valore più alto degli ultimi 42 anni!”
Eh certo, dopo questa ondata di dati, la fronte si imperla di sudore, meglio rilassarsi e bere il litro e mezzo di acqua consigliati da mamma RAI & C.
Effettivamente senza i preziosi consigli dei vari palinsesti noi non ci saremmo arrivati.
Eppure pensavo che proprio oggi, a Roma, intendevo farmi una passeggiata per assumere dalla nostra stella splendente una dose di vitamina D, onde regolare il metabolismo del calcio e facilitare l’azione di calcificazione delle ossa. Peccato. Me lo hanno sconsigliato (!).
Non importa, vuole dire che mi accontenterò di due pedalate in bicicletta sulla pista che conduce a Ponte Milvio… Ah, pure questo non si può, ma un pò avevo il sospetto. Meno male che mi hanno avvisato.
Ok, ma se resto a casa con l’aria condizionata a 2 gradi in meno della temperatura esterna, allora tutto bene?
Direi di no, anche perché in questo momento fuori ve ne sono 39 e con 37 gradi all’interno dell’appartamento sarebbe meglio spegnere tutto! (Geni incompresi quelli dei consigli non richiesti..).
Rimane in me il velatissimo sospetto che, dato il calo di vendite dei giornalini, la conseguente decrescita dei “click” sui siti complottisti e la voglia di passare un’estate veramente defatigante, i direttori hanno inteso riprendere un’antica regola dei “giornalai” o degli “strilloni”. Titolone a tutta pagina, contenuti zero, ma risultato ottenuto, con conseguente corsa ai ripari di ingenui che, probabilmente, non vogliono proprio saperne di scansare le str… ops, stupidaggini di “gretini” e compari.
In ogni caso, in attesa del cambiamento climatico tanto strillato quanto atteso, mi preparerò acquistando ombrellone, crema solare e salvagente a paperella per le festività di fine anno.
Alla faccia loro, il panettone lo mangerò ad aprile…